«Ruby brutta e puzzava» Lo show di Fede inAula
L'ex direttore«Mai visto passaggi di denaro Ad Arcore anche la maschera di D'Alema»
Lui,uno degli amici «storici» di Silvio Berlusconi, è venuto in aula, convocato dalla difesa dell'ex premier, per dare la sua versione sulle serate ad Arcore nel tentativo di tirar fuori dai guai non solo il Cavaliere ma anche se stesso. E per dire la sua sulla giovane marocchina al centro dello «scandalo», arrivando addirittura a descriverla come una «brutta» con «un cattivo odore» e «inadeguata» per quegli appuntamenti «mondani» dall'ex presidente del Consiglio. Così ieri per qualche ora l'ex direttore del Tg4, «licenziato in tronco» mentre, come lui stesso ha detto con amarezza, stava conducendo il telegiornale, è ritornato alla ribalta. Ha risposto a tutte le domande dei legali di Berlusconi e dei pm Ilda Boccassini e Antonio Sangermano, «avvalendosi» solo quando si è trattato di chiarire le intercettazioni. Al di là del fatto che i suoi racconti sono stati ben lontani da quelli di alcune delle giovani ospiti di villa San Martino, le cosiddette «pentite», Fede, 80 anni lo scorso giugno e da 24 vicino al il leader del Pdl, ha cercato di chiamarsi fuori convinto che «nulla può farmi cadere addosso l'accusa di induzione alla prostituzione». Ecco allora che per lui il bunga-bunga era «un suono gutturale legato alle danze africane», Ruby non all'altezza del «salotto» dell'ex capo del Governo che «non era una casa di tolleranza». La giovane marocchina, così «poco elegante» sia per gli abiti che indossava sia per come si comportava («ballava» con la gomma americana in bocca e «faceva le bollicine»), a suo dire, non la portò lui a casa Berlusconi, ma Lele Mora. E poi, nonostante un video e una deposizione che per l'accusa dimostra il contrario, non ha mai saputo fosse minorenne: l'aveva incontrata a Messina a un concorso di bellezza nel settembre 2009 e l'aveva rivista ad Arcore il 14 febbraio 2010: «Si era avvicinata a me chiedendomi se mi ricordavo di lei, ma non sapevo chi fosse». Dopo quell'incontro però ci sono una serie di telefonate, di cui, grazie ai tabulati, è rimasta traccia: «Mi ha chiamato più volte dicendomi che aveva letto sul giornale che sarei andato in Sicilia e chiedendomi «posso venirla a trovare?». Le mie risposte sono state di 5, 10, 25 secondi». Liquidata Ruby e le altre ragazze «scomode», come Ambra e Chiara e Imane Fadil, tutte e tre parti civili nel processo «gemello» dove Fede siede sul banco degli imputati con Mora e Nicole Minetti, l'ex direttore del Tg4, che è stato habituè a casa Berlusconi, ha parlato di serate in cui il massimo della trasgressione erano spettacoli in abito da burlesque e travestimenti con le maschere di D'Alema e Fassino. E poi, nessuna «scena a sfondo sessuale» («mai visto Berlusconi baciare alcuna sulla bocca») né «toccamenti» («una caccia al tesoro - ha continuato ironizzando - per quel che mi riguarda») e neanche spogliarelli. Anzi: «Una sera a una era scivolato il reggiseno - ha ricordato - e la prima cosa che ha fatto il presidente è stato chiamare qualcuno che le portasse qualcosa per coprirsi». Inoltre Fede ha affermato di non aver mai visto buste o «passaggio di denaro» destinato alle ragazze.