La Cassazione conferma: Fiorito resta in carcere
Èquesta la richiesta del sostituto procuratore generale di Cassazione, Alfredo Pompeo Viola, che ieri, durante l'udienza a porte chiuse davanti alla sesta sezione penale, ha formulato contro i ricorsi dei legali dell'ex capogruppo Pdl alla Regione Lazio indagato per peculato. Fiorito è in carcere dal 2 ottobre e il provvedimento è stato confermato dal riesame il 9 ottobre. I legali del politico, Carlo Taormina ed Enrico Pavia, hanno presentato in Cassazione due ricorsi: il primo riguarda, appunto, il regime di custodia cautelare in carcere, mentre il secondo il sequestro preventivo di alcuni beni di Fiorito, disposto il 3 ottobre scorso, giorno dell'interrogatorio di garanzia. Si tratta della villa al Circeo, di undici conti correnti, sette italiani e quattro spagnoli, per una somma di un milione di euro, e delle due auto finite nel mirino dell'inchiesta: ossia la Smart, la Bmw X5 e una Jeep, che, stando a quanto si evince dall'ordinanza di custodia cautelare, l'ex sindaco di Anagni Fiorito aveva acquistato durante la straordinaria nevicata su Roma del febbraio di quest'anno, pagata circa 33 mila euro. Anche sul secondo ricorso il procuratore generale si è espresso per il rigetto. Secondo i difensori del politico, in entrambi i ricorsi ci sarebbe «la non corretta qualificazione giuridica del reato contestato al loro assistito» accusato di essersi appropriato di quasi un milione 400 mila euro dai fondi del Pdl in Consiglio regionale. Secondo i legali, infatti, non si tratterebbe di peculato ma di presunta appropriazione indebita. Intanto l'ex capogruppo del Pdl al consiglio regionale del Lazio, Franco Fiorito, sarà giudicato con rito immediato per peculato per l'ammanco di oltre un milione 300mila euro dei fondi destinati al suo gruppo consiliare. Lo ha richiesto al gip la procura di Roma e il processo è stato fissato al 19 marzo prossimo. Oltre a Fiorito, detenuto dal 2 ottobre nel carcere romano di Regina Coeli, il processo riguarderà anche i due ex segretari del gruppo Pdl alla Regione, Bruno Galassi e Pierluigi Boschi. Il giudice per le indagini preliminari Stefano Aprile, nel motivare l'arresto in carcere per l'ex sindaco di Anagni, sottolineò che esisteva un «concreto e attuale pericolo» che potesse «tornare a compiere, se in libertà, delitti contro la pubblica amministrazione». Per la procura di Roma, Fiorito avrebbe effettuato 193 bonifici dai conti del gruppo Pdl della Regione Lazio su propri conti correnti, aperti sia in Italia che all'estero, per un ammontare di un milione e 380mila euro.