Michele De Feudis Un decreto legge per ridisegnare le politiche industriali della filiera dell'acciaio, senza dimenticare salute e ambiente.
Oral'azienda siderurgica della famiglia Riva potrà riprendere la produzione, ma solo all'interno di una strettissima road map cadenzata da iniziative volte all'ambientalizzazione delle cookerie, e sotto lo sguardo vigile di un «garante» con poteri speciali nominato dal presidente della Repubblica. E il nuovo quadro legislativo avrà ripercussioni anche nella complessa vicenda giudiziaria in corso dopo le inchieste della Procura di Taranto. Il decreto legge stabilisce infatti che l'Ilva riprenda l'attività e abbia «la gestione e la responsabilità della conduzione degli impianti e che sia autorizzata a proseguire la produzione e la vendita per tutto il periodo di validità dell'Aia». Il prospetto normativo tende a sgombrare le nubi dall'ipotesi di una paventata chiusura dell'Ilva per le inchieste giudiziarie che puntano a fare luce sul nesso tra salute, ambiente e lavoro: «Non possiamo ammettere che ci siano contrapposizioni drammatiche tra salute e lavoro, tra ambiente e lavoro e non è neppure ammissibile - analizza il premier - che l'Italia possa dare di sé un'immagine, in un sito produttivo così importante, di incoerenza». E Monti ha poi specificato che l'intervento governativo «è stato necessario perché Taranto è un asset strategico regionale e nazionale». Il provvedimento per Monti, «è blindato» da una serie di condizioni e di clausole che obbligano la proprietà ad attenersi alle disposizioni contenute nell'Aia, «perché molti dei problemi dell'economia e della società sono derivati a volte da una grande attenzione a legiferare ma ad una scarsa attenzione all'effettiva applicazione e al rispetto delle norme, nel provvedimento sono inserite tutele da questo punto di vista». Da qui l'istituzione della figura del «Garante della vigilanza sull'attuazione degli adempimenti ambientali», che conferma come il decreto legge sia «una creatura blindata dal punto di vista della sua effettiva applicazione». Il garante sarà proposto su indicazione dei ministri della Salute, dell'Ambiente e dello Sviluppo Economico, ma la firma finale sarà quella del Presidente della Repubblica, che porrà il sigillo su una nomina che dovrà certificare la migliore sintesi possibile tra ambientalizzazione della produzione dell'acciaio, diritto al lavoro e diritto alla salute dei cittadini. E sempre il Garante vigilerà sull'esercizio degli impianti e, ha ribadito con forza il ministro dell'Ambiente Corrado Clini, «potranno intervenire sanzioni amministrative e sanzioni aggiuntive fino al 10% del fatturato. Questo perché l'Aia, provvedimento amministrativo, assume la forza e lo stato di legge». Il ministro dello Sviluppo Corrado Passera ha poi evidenziato come queste sanzioni potrebbero essere particolarmente punitive nei confronti dell'Ilva, in caso di inadempienze, «se non fa quello che la legge prevede, vede il suo valore precipitare fino al punto di perderne il controllo di fronte a comportamenti non coerenti». Per il ministro dello Sviluppo Economico, soffermandosi sulle ragioni che hanno spinto l'esecutivo a legiferare, «alla gravità si è aggiunta l'urgenza, perché si stanno fermando sia le filiere dell'acciaio che quelle dei clienti del gruppo e gli utilizzatori finali». Passera ha chiarito che con l'Aia inserita nell'ordinamento dello stato obbligherà l'Ilva a «realizzare tutto ciò che è prescritto. Parliamo di almeno 3 miliardi di investimenti per i necessari adeguamenti tecnologici». L'approvazione del decreto «Salva-Ilva» è stata accolta dagli applausi in tutta Italia degli operai impiegati nelle aziende della filiera dell'acciaio e ha riportato serenità soprattutto a Genova, dove la giornata era stata molto movimentata per la manifestazione dei lavoratori dell'Ilva di Cornigliano. Nel pomeriggio il gip del tribunale di Taranto Patrizia Todisco, invece, aveva respinto l'istanza di dissequestro degli impianti dell'area a caldo dell'Ilva, ma questa decisione andrà rivalutata alla luce del decreto del governo. E in serata si è appreso da fonti giudiziarie che la procura di Taranto starebbe valutando l'eventualità di chiedere al gip che sia proposta eccezione di incostituzionalità del decreto legge sull'Ilva o di sollevare conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato... Prudente il primo commento del governatore pugliese Nichi Vendola: si augura «che il primato affermato nel decreto sia quello del diritto alla salute. In subordine noi dobbiamo operare per salvare l'Ilva».