Riparte la guerra delle regole Tutti in campo contro Renzi
Iltempo di aprire i giornali e trovare pubblicato, su alcuni, un avviso a pagamento. Una pagina dai colori e dai caratteri molto «renziani», ma senza alcun riferimento al sindaco. Nessuna pubblicità, solo un invito a visitare sul sito www.domenicavoto.it per inviare la richiesta di registrazione in vista del ballottaggio di domenica 2 dicembre. Anche la pagina web non ha riferimenti particolari. Solo un form da compilare con i propri dati. Spedita la domanda si riceve la risposta in cui viene chiesto di inviare un'ulteriore mail o un fax all'indirizzo (indicato) del Coordinamento provinciale di riferimento. Sempre sul sito, viene comunque spiegato che «spetta al Coordinamento provinciale valutare la consistenza delle motivazioni». Insomma a ben vedere sembra solo uno strumento per rendere meno farraginosa la procedura e facilitare la partecipazione di nuovi elettori. Magari anche un tentativo, un po' furbetto, di costruire una propria banca dati, ma non certo un attentato alla democrazia. Poco importa. La pagina e il sito sono riconducibili alla Fondazione Big Bang, strumento creato dal sindaco di Firenze ben prima di iniziare la campagna delle primarie. E tanto basta per scatenare l'immediata reazione. Pier Luigi Bersani, Bruno Tabacci, Laura Puppato e Nichi Vendola, presentano infatti un esposto al comitato dei Garanti. L'accusa nei confronti del rottamatore è netta: «Palese violazione del codice di comportamento dei candidati e dei principi regolamentari» per le pubblicità a pagamento. Per questo i «Fantastici 4» chiedono che venga presa «ogni necessaria misura». L'iniziativa, scrivono, è «riconducibile al candidato Matteo Renzi» ma soprattutto, si tratta di una pubblicità «ingannevole, in quanto suscita la convinzione che chi non ha votato al primo turno, può farlo semplicemente richiedendo la registrazione "tout court", senza specificare che, in realtà, la tipologia dei casi ammissibili è rigorosamente disciplinata». Tutto ciò premesso, per i quattro, è chiaro che il sindaco «sta tentando artatamente di modificare in maniera consistente la base elettorale dei votanti per il turno di ballottaggio». Senza contare che ai candidati è vietato pubblicare pubblicità a pagamento e che il costo dell'iniziativa, probabilmente, supera il tetto di spesa fissato per ognuno. La guerra può iniziare. I renziani si difendono spiegando che non si tratta di pubblicità e che la pagina è stata pagata dalla Fondazione Big Bang e quindi nulla ha a che vedere con le spese dalla campagna. Giuliano da Empoli parla di «esposto bulgaro». «Non è un appello al voto - spiega Lino Paganelli del comitato Renzi - ma uno strumento per aiutare le persone a sapere. La paura fa 90». Il fronte opposta replica ribadendo che le regole ci sono, sono state «condivise» e vanno rispettate. «C'è chi sta provando a inquinare l'informazione e a disinformare» denuncia il presidente dei Garanti Luigi Berlinguer. Bersani prova a scrollarsi di dosso l'accusa di voler frenare la partecipazione per non rischiare di perdere: «Anch'io ricevo richieste per votare domenica e se dicessi "liberi tutti", non avrei alcun timore ma per troppi anni abbiamo visto regole cambiate in corso d'opera e non si può accettare». In poche ore sono migliaia i cittadini che chiedono di potersi registrare e alcuni Coordinamenti rispondono che non ci sarà la possibilità di rispondere a tutti. Quindi, chi non riceverà risposta affermativa, non potrà votare. Renzi non ci sta: «Non meritiamo gli attacchi nessuno ha cambiato le regole in corso, il Pd dovrà andare tra tre mesi dagli elettori che oggi sta cacciando, stiamo superando la soglia del ridicolo». Ma la battaglia per regole nasconde, in realtà, una battaglia ben più sottile. Matteo vuole proporsi come l'unico argine al ritorno dell'Unione. Ad aiutarlo non solo l'esposto comune presentato dai suoi sfidanti ma anche il fatto che, nella stessa giornata, Bersani incassi l'appoggio di Tabacci e dei sindaci di Sel Giuliano Pisapia, Marco Doria e Massimiliano Zedda. Per il sindaco è manna da cielo: «Vendola e Bersani sono d'accordo dal primo giorno perché fanno parte di quegli apparati che stiamo tentando di combattere». Apparati che comprendono, ovviamente, anche Pier Ferdinando Casini. Così, solo contro tutti, Matteo (che i Garanti potrebbero, per assurdo, espellere dal ballottaggio) spera di conquistare la vittoria.