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Monti taglia 15 miliardi in due anni

Mario Monti

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Una manovra complessiva che porterà risparmi alla spesa pubblica pari a 4,5 miliardi di euro nel 2012 e a 10,5 miliardi nel 2013. Questo l'impatto economico del decreto legge per la spending rewiev che, all'articolo 4 approvato ieri in serata, delinea l'effettiva consistenza dei tagli a doppia firma Monti-Bondi. L'esame dell'intero provvedimento, composto da 17 articoli, ha richiesto trattative a oltranza che si sono prolungate nella notte. Tra le innumerevoli misure che hanno ricevuto il via libera di Palazzo Chigi ci sono quelle, in particolare, richieste dal supercommissario ex risanatore della Parmalat. La prima è la centralizzazione di tutti gli acquisti presso la Consip, la società pubblica che acquista grandi quantità di beni e servizi che poi ridistribuisce alla macchina statale. La società pubblica sarà il parametro di riferimento dei costi di acquisto. Gli enti pubblici potranno fare gare e acquistare senza passare per la Consip ma solo a patto di spuntare un prezzo più basso rispetto a quello del listino ufficiale. Non solo. Tra le misure firmate da Bondi, sempre in tema di risparmio, c'è quella di assegnare un budget prefissato per il pagamento di utenze come la luce, l'acqua, il gas e la telefonia. Un capitolo di spesa unica dal quale attingere per i servizi e che una volta esaurito non potrà essere rimpinguato. Un modo per attivare pratiche virtuose di risparmio anche nei comportamenti. Dunque mai più luci lasciate accese negli uffici pubblici. Con i risparmi ottenuti complessivamente è ormai quasi certo il invio dell'aumento Iva di un anno, fino al luglio 2013, con l'obiettivo di prendere tempo, trovare altre risorse e scongiurare completamente il rischio di un aggravio che rappresenterebbe certamente un peso per la ripresa economica. L'ultima versione del decreto della spending review mette nero su bianco le intenzioni del governo. Le risorse trovate consentiranno di evitare l'aumento per quest'anno ma non sono sufficienti, al momento, per sterilizzare tutti e due i punti che aumenteranno nel 2013. Così il governo, invece di far scattare un punto di aumento da gennaio, ha deciso di prevedere il rincaro di due punti ma dopo la prima metà dell'anno. Anche in questo caso le intenzioni sono chiare e scritte nero su bianco: a settembre, con la legge di Stabilità, cioè con la nuova versione della Legge Finanziaria, il governo punta a trovare altre risorse, disboscando la selva di agevolazioni fiscali attualmente presenti e accorpando o cancellando strutture pubbliche. E, con questi fondi, sterilizzerà il rincaro anche per i periodi successivi. Dunqua a ottobre non scatterà l'aumento di due punti previsto. L'aliquota base rimarrà al 21%, quella ridotta al 10. Entro il 15 ottobre il governo presenterà la nuova legge di Stabilità che dovrà contenere le misure (tagli alle agevolazioni fiscali, riordino delle strutture pubbliche) per azzerare il previsto aumento anche dopo il luglio 2013. Al momento è previsto che scatterà l'aumento di 2 punti dell'Iva (le aliquote passeranno al 12% e al 23%)a luglio. Ma l'intento del governo è quello di evitare questo aggravio. La manovra «salva-Italia» prevedeva, oltre all'aumento di due punti, anche un ulteriore aggravio di mezzo punto dell'Iva nel 2014. Nel testo della bozza non solo viene cancellato questo ulteriore aumento, ma le aliquote sono previste all'11 e al 22%. In pratica, se l'aggravio 2013 non viene azzerato prima l'Iva diminuisce di un punto. Ma anche in questo caso, le risorse che si punta a trovare con la Legge di Stabilità per il 2013 dovrebbero mettere in salvo dall'aumento della imposta Il consiglio dei ministri si dovrà chiudere in ogni caso con un testo da trasmettere al Quirinale. E da far pubblicare in fretta in Gazzetta. Questo sarebbe stato richiesto anche dal Capo dello Stato. Per evitare estenuanti lotte interne all'esecutivo, per non dare adito a speculazioni di sorta, soprattutto quelle che sui mercati già ieri sono tornate ad incidere sul differenziale con i bund tedeschi. Anche per questo il Presidente del Consiglio, Monti, ha riunito ieri l'esecutivo per comunicare che le proteste saranno inutili.

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