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Sì al Senato federale, torna l'asse Pdl-Lega

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Irappresentanti regionali, viene specificato, «non sono membri del Parlamento e non ricevono la relativa indennità». Torna così l'asse politico tra Lega e Pdl che hanno votato a favore insieme a Coesione Nazionale. Contro tutti gli altri gruppi. Con l'approvazione dell'emendamento, inzialmente bocciato in Commissione, Carlo Vizzini ha rimesso il mandato di relatore del testo delle riforme costituzionali. Come aveva già annunciato, il presidente della commissione Affari costituzionali del Senato e relatore del testo delle riforme, ha preso la parola subito dopo l'approvazione dell'emendamento Calderoli-Divina per annunciare le sue dimissioni. «Non abbiamo messo in sicurezza il voto sulla riduzione del numero dei parlamentari e io rimetto l'incarico», ha detto il presidente della commissione Affari costituzionali. Il presidente del Senato Renato Schifani ha quindi rimandato il testo in commissione per la nomina del nuovo relatore e per l'esame degli emendamenti del Pdl sul semi presidenzialismo. La seduta è stata sospesa e si riunirà oggi alle 9.30. «Il colpo di mano di Pdl e Lega sul Senato federale dimostra quali sono le reali intenzioni: far saltare le riforme istituzionali e, probabilmente, anche il quadro politico che sostiene il governo Monti». Dario Franceschini, presidente dei deputati Pd, spiega che «non capisco come si possa pensare di cambiare la Costituzione nella sua essenza, la forma di Stato e di governo, a colpi di maggioranza su emendamenti presentati all'ultimo minuto». «Pdl e Lega non possono certo pensare di cambiare la Costituzione ripristinando la vecchia maggioranza. Il colpo di mano a cui si è assistito al Senato può significare solo l'intenzione di destabilizzare la situazione e far saltare il banco delle riforme. Sia chiaro che, se sarà così, ciascuno dovrà prendersi le sue responsabilità davanti al Paese». Così ha invece commentato il segretario del Pd Pierluigi Bersani.

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