Primarie, civici e Grillo. Ora Zingaretti rischia
In campoDopo la Prestipino, anche altri esponenti pronti a sfidare il presidente della Provincia Si organizzano gli imprenditori. In corsa anche la Napoleoni. E Alemanno spera: può vincere
o.In politica un anno è un secolo e un giorno può cambiare di colpo le carte in tavola. Succede a Roma, come in ogni parte d'Italia. Soltanto pochi mesi fa il presidente della Provincia capitolina Nicola Zingaretti era destinato, nel 2013, a essere lo sfidante del sindaco Gianni Alemanno. Anzi, di Giorgia Meloni. Così si diceva, prevedendo un passo indietro del primo cittadino. Ovviamente la vittoria dell'esponente del Pd era scontata in entrambi i casi. Lo sostenevano tutti tranne pochissimi, tra cui quel Goffredo Bettini, regista del modello Roma e, curiosamente, padre politico proprio di Zingaretti: «Non sarà facile battere Alemanno» ripeteva ai suoi che ironizzavano sul basso livello di consenso raggiunto dal sindaco di Roma. In questi mesi non è successo niente di catastrofico. Semplicemente sono cambiate le condizioni. Eppure invece di prendere coraggio ed entrare con forza nella partita Capitale, Zingaretti ha atteso. Forse sperando che gli errori di Alemanno ne decretassero il declino inesorabile. Dal presidente della Provincia ci si attendeva più presenza. Soprattutto da quando il deputato Enrico Gasbarra è diventato segretario regionale del Pd. Era lecito attendersi che Zingaretti ne approfittasse. Invece si è misteriosamente defilato. Non è un caso che i suoi critici tra i Democratici, che tuttavia lo vorrebbero sindaco di Roma, ne segnalino la mancanza di determinazione. Sembra quasi che Zingaretti giochi un'altra partita. L'hanno anche ipotizzato: un suo impegno nazionale al posto di Bersani. Ma anche questa idea è tramontata dopo poche settimane. Intanto nel Pd sta succedendo qualcosa. Due giorni fa l'assessore provinciale al Turismo e allo Sport, Patrizia Prestipino, ha annunciato che sfiderà alle primarie Zingaretti. Si pensava (e si sperava) che dietro ci fossero i rottamatori di Matteo Renzi. Sembra che non sia così. «Per Matteo Renzi ho contribuito ad organizzare il big bang della Leopolda coinvolgendo tutti i nostri amici di Roma. Voglio ribadire, a nome di tutti, che pur stimando Patrizia Prestipino, alle primarie del Pd per il sindaco di Roma voteremo e sosterremo Nicola Zingaretti» ha detto Lorenza Bonaccorsi del Pd di Roma. Pazienza. Anche se la Prestipino, in piena linea rottamatrice, se l'era presa con le «brontosaure del Pd» che «sono eterne». Ma l'assessore provinciale non sarebbe la sola esponente del Pd a volere sfidare Zingaretti alle primarie. La competizione potrebbe allargarsi anche a una terza candidatura che probabilmente si concretizzerà dopo l'estate. Tanto che il segretario laziale dell'Idv, Vincenzo Maruccio, comincia a perdere la pazienza: «Gli elettori romani, stremati da cinque anni di disastri alemanniani, chiedono chiarezza di idee e di intenti». Ma non è tutto. Si muovono anche le liste civiche e gli imprenditori vicini a «Innovazione Solidale», l'associazione guidata dal presidente del Tecnopolo Andrea Mondello. Che faranno? Se lo chiedono n molti. Poi c'è il MoVimento 5 Stelle che avrà un candidato sindaco anche a Roma (in prima fila ci sarebbe, come anticipato da Il Tempo, l'economista Loretta Napoleoni). In questo quadro Gianni Alemanno può rientrare pienamente in gioco. In fondo bastava ascoltare, qualche mese fa, Goffredo Bettini.