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Luigi Frasca Per Silvio Berlusconi e il figlio Piersilvio si chiude anche il capitolo dell'inchiesta Mediatrade.

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Ilprocedimento riguardava una presunta frode fiscale attraverso sovrafatturazione per acquisti avvenuti tra il 2003 e il 2004 di programmi televisivi (film e fiction) da parte del gruppo di società che facevano capo a Mediatrade e Rti e nella quale oltre a Berlusconi e al figlio erano coinvolte altre 10 persone. In tutto, secondo l'accusa, si sarebbe trattato di una frode di circa 10 milioni di euro. Attraverso queste operazioni il gruppo avrebbe avuto la possibilità di scaricare ai fini di detrazioni cifre superiori a quelle effettivamente sborsate. Non solo. La differenza tra le somme realmente investite e quelle fatturate sarebbe stata usata per realizzare fondi neri attraverso un complesso giro che avrebbe determinato il trasferimento in Medioriente di cospicue somme di denaro poi fatte rientrare in Italia. L'inchiesta romana costituisce una «costola» di quella omologa milanese dove Berlusconi è già stato prosciolto. Agli imputati erano stati contestati i reati di evasione fiscale e di violazione delle norme tributarie. Per quel processo la Cassazione ha confermato la sentenza anche riguardo al ricorso presentato dalla Procura di Milano. I giudici meneghini sostenevano che ci fossero prove del coinvolgimento dell'ex premier nell'attività per creare fondi neri tramite la compravendita di diritti con le tv americane. La Cassazione aveva confermato anche la decisione del gup di Milano che, nella stessa sentenza, aveva dichiarato prescritto il reato di appropriazione indebita, relativamente al periodo fino al 22 febbraio 2004. L'indagine romana, invece, aveva coinvolto insieme a Berlusconi e Piersilvio altre 10 persone. Si tratta del produttore statunitense Frank Agrama, del consigliere di amministrazione di Mediaset e ad di Fininvest Pasquale Cannatelli, dell'ex amministratore delegato di Rti Andrea Goretti, di Gabriella Ballabio, responsabile della direzione acquisti Rti. Imputati anche l'ex manager di Rti Daniele Lorenzano nonché Giorgio Del Negro, Roberto Pace (ex consigliere Mediatrade), Guido Barbieri, dirigente dell'area diritti fiction di Rti e due persone d'affari cinesi Paddy Chan e Catherine Hsu Chun. Queste ultime insieme con Agrama erano dirigenti di alcune società tutte facenti capo ad Agrama e dovevano rispondere secondo l'accusa di essersi interposte fittiziamente nell'acquisto di diritti di sfruttamento di prodotti cinematografici e televisivi commercializzati dalla Paramount in favore di Mediatrade. «È stato smontato l'ennesimo teorema giudiziario nei confronti di Berlusconi – ha commentato Antonio Leone, Pdl, vicepresidente della Camera – La gravità del caso Mediatrade consiste soprattutto nel fatto che per circa dieci anni quel teorema, portato avanti nonostante la sua infondatezza, ha consentito ai danni di Berlusconi una lunga e intollerabile speculazione politica, ennesimo corollario di una persecuzione giudiziaria senza precedenti, che purtroppo ancora continua».

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