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«Lavoro non è diritto». Bufera Fornero

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Nel giorno dell'approvazione della riforma fa discutere un'intervista al Wsj Attaccano sinistre e sindacati. Lei replica: difendiamo i lavoratori, non il posto

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Mail Governo non può gioire pienamente, in primo luogo perchè quasi la metà dei deputati del Pdl (87 tra assenti e asenuti su 209) non ha partecipato al voto e poi perché su Elsa Fornero si è scatenata una nuova bufera, a causa di una sua intervista al Wall Street Journal in cui ha spiegato che il «posto fisso non è un diritto». Una dichiarazione, poi rettificata, che ha scatenato un dura polemica polemica politica. Con Mario Monti che da Bruxelles le ha confermato al fiducia anche se la Conferenza dei capigruppo della Camera ha calendarizzato per il 4 luglio la mozione di sfiducia verso il ministro presentata dalla Lega e firmata dall'Idv: mozione individuale che potrebbe tentare anche qualche deputato della maggioranza, specie nel Pdl. Intanto, la Camera ha ieri votato le due fiducie sugli ultimi due articoli della riforma, approvandola definitivamente con soli 393 sì, 74 no e 46 astenuti. Molti deputati del Pdl, che avevano votato le fiducie (447 e 438 i sì) hanno poi fatto mancare l'appoggio sul voto finale. E d'altra parte a marcare le distanze ci ha pensato, oltre alla dichiarazione finale del capogruppo Fabrizio Cicchitto, lo stesso Silvio Berlusconi che non si è presentato al voto. Ma in ogni caso Monti potrà spendere sul tavolo di Bruxelles l'approvazione di questa riforma che era una di quelle richieste lo scorso agosto nella famosa lettera della Bce all'Italia. Ed è una risposta anche alla Cancelliera Merkel che anche oggi ha insistito nel pretendere «riforme strutturali» come condizione per il suo sì a strumenti finanziari di contrasto della crisi degli spread. Fornero aveva difeso la riforma in una intervista al Wjs che alcune settimane fa aveva criticato il provvedimento. Il ministro aveva voluto sfatare quello che si pensa tra gli investitori Oltreoceano, e cioè che le nuove misure sono troppo blande a causa delle pressioni dei sindacati a cui il governo avrebbe ceduto. Forse anche a causa di una non precisa traduzione di un passaggio dell'intervista, si è creata una nuova bufera sulla frase «il posto di lavoro non è un diritto, deve essere guadagnato, anche attraverso sacrifici». Inutile la sua successiva precisazione che «il diritto al lavoro non è mai stato messo in discussione», bensì lo è quello «del singolo posto di lavoro», mentre rimane la tutela del lavoratore. Un fuoco di fila si è aperto sul ministro dal sindacato, dalle forze di opposizione dentro e fuori il Parlamento. E imbarazzo c'è stato anche nella maggioranza, come dimostra la domanda del deputato torinese Giorgio Merlo (Pd): «Il ministro Fornero cerca l'incidente o si diverte soltanto a fare battute infelici?». Fornero durante la pausa dei lavori della Camera è andata a Palazzo Chigi per conferire con Monti e spiegargli il senso delle sue parole. Dal premier il ministro ha ricevuto pieno appoggio, comprensione e l'assicurazione che egli si muoverà per difenderla al momento della mozione di sfiducia. Questo passaggio sarà comunque insidioso per il governo perchè alcuni deputati «malpancisti» del Pdl hanno già manifestato l'intenzione di votare contro la responsabile del Lavoro.

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