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La solitudine di Mario, il premier che non parla con nessuno

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Montiascolta tutti, ha ricevuto le delegazioni dell'Anci, dei presidenti delle Province, dei Governatori delle Regioni. Annuisce, ringrazia, ma non dice nulla. Nessuna impressione sulle obiezioni che gli vengono fatte, sulle proposte, sulle proteste. Incassa e se ne va. Martedì, ad esempio, ha incontrato l'Upi e il presidente, sbagliando, gli ha chiesto cosa pensava di fare sull'accorpamento delle Regioni. Mentre in realtà il governo sta lavorando su quello delle Province. Monti lo ha guardato e gli ha risposto, gelido: «Interessante, ne prendo nota». La stessa «barriera» c'è con i rappresentanti del governo. Ce ne sono alcuni – anche di un certo «peso» nel governo – con i quali non parla da settimane. Si incontrano, i ministri, a palazzo Chigi ma non sanno quali sono i pensieri del Presidente del Consiglio. Conoscono solo a grandi linee i progetti ma nel dettaglio Mario Monti si tiene tutto per sè. Non è mai stato troppo «ciarliero» il Professore ma nelle ultime settimane è diventato ancora di più un uomo solo. Concentrato esclusivamente e in maniera ossessiva sull'Europa e sulla necessità di salvare l'euro. Che è poi il progetto al quale ha lavorato per tutta la vita anche da commissario della Ue. Ma la stessa irritazione che hanno verso di lui i ministri è presente da tempo anche tra i parlamentari. Quello che Berlusconi ha detto martedì, spiegando che il suo partito non ha più intenzione di votare provvedimenti al buio senza possibilità di intervenire sul testo, è solo la punta dell'iceberg. Sotto c'è un partito in rivolta contro il modo di fare di un governo che non consulta mai alcun politico. «Non è possibile che non sappiamo mai che cosa vuole fare Monti – ragiona un senatore del Pdl – Ci troviamo a votare provvedimenti che nessuno ha mai letto, sui quali non siamo mai stati consultati. E che per giunta sono pieni di errori. Non dimentichiamoci di quello che ha fatto Elsa Fornero con gli esodati». La pazienza, insomma, sembra essere finita: da oggi in poi – è l'ultimatum – dobbiamo essere informati. Monti ascolta, prende nota. E tace.

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