Ferrovie e Poste salve dalla scure di Bondi
Loha stabilito un emendamento del Pdl approvato ieri pomeriggio nelle commissioni Bilancio e Affari Costituzionali della Camera che stanno esaminando il decreto sulla spending review. L'esecutivo lo aveva bocciato ma è stato approvato grazie al voto dell'Udc insieme a quello del Popolo della Libertà, mentre il Pd ha votato contro. La necessità dell'esclusione delle due società dall'elenco di quelle sottoposte alla spending review lo spiega Giuseppe Marinello, vicepresidente della commissione Bilancio e deputato Pdl: «Poste e Ferrovie sono due società pubbliche che lavorano su tutto il territorio nazionale e che sono soggette al diritto societario. È assolutamente impensabile che un soggetto esterno possa intervenire nelle scelte interne di due gruppi di questo tipo. Oltretutto si tratta di due società che si trovano a competere sul mercato con aziende private che non avrebbero le stesse limitazioni». L'emendamento però prevede anche una limitazione perché esclude le «società a totale partecipazione pubblica e le loro controllate, che esercitano un servizio universale di interesse generale» che però abbiano chiuso l'ultimo esercizio in attivo. Il Pd ha votato contro perché chiedeva che per essere escluse dalla supervisione di Bondi dovessero avere gli ultimi tre esercizi in rosso. Stessa spaccatura nei partiti della maggioranza sul secondo emendamento approvato contro la volontà del governo, visto che il sottosegretario Gianfranco Polillo aveva espresso parere negativo. Il testo stabilisce che negli appalti le buste con le offerte debbano essere aperte in seduta pubblica, pena la nullità. L'emendamento, del Pdl e dell'Udc, fa salve le buste aperte prima del 9 maggio, data di emanazione del decreto. Polillo lunedì aveva prima dato parere negativo e poi positivo, portando una nota della Ragioneria dello Stato; ma ieri è tornato ad una posizione negativa. La Ragioneria aveva osservato che l'annullamento delle gare già tenute nelle quale le buste erano state aperte non in seduta pubblica avrebbe provocato «contenziosi» con ricadute sulla Finanza pubblica. Per quanto riguarda invece l'altro «pezzo» della revisione della spesa pubblica, il decreto al quale sta lavorando il governo, e nel quale ci sono anche i provvedimenti che riguardano i tagli alla sanità, Monti ha già chiamato i suoi ministri avvertendoli che al testo si potrebbe lavorare già domenica per portarlo in consiglio dei ministri lunedì prossimo. Stesso giorno nel quale sono stati convocati i sindacati per un incontro. Tutto è comunque legato a doppio filo al consiglio europeo di Bruxelles. L'idea del Governo, ha spiegato il ministro Patroni Griffi, è quella di «razionalizzare e riorganizzare tagliando gli sprechi» . Pa. Zap.