Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

La Cancelliera Angela Merkel sbarra la strada con un nuovo no alla possibilità che il debito europeo sia condiviso attraverso l'emissione di titoli europei.

default_image

  • a
  • a
  • a

Sea questo si aggiunge il downgrading sulle banche spagnole da parte di Moody's, annunciato per ieri notte, la richiesta di Atene per un rinvio delle misure di austerity e quella di Cipro per il salvataggio finanziario, il quadro della massima incertezza sul destino dell'euro è stato perfetto per consentire alla speculazione di lavorare indisturbata con vendite sui mercati azionari. Uno dei più colpiti è stato il listino milanese che ha lasciato per strada circa 12,5 miliardi, riducendo la sua capitalizzazione a 320 miliardi. Piazza Affari è stata la peggiore, perché ha scontato la forte pressione sui titoli bancari che risentono, più degli altri, dello spread tra Btp italiani e Bund tedesco. Ieri la differenza è salita a 454 punti dopo giorni di relativa discesa che avevano fatto ben sperare su un'inversione di tendenza consolidata. Il differenziale calcolato sui Bonos spagnoli ha sfondato quota 500, attestandosi a 504 punti. Gli effetti del rialzosono stati fortemente negativi. Il Ftse Mib ha ceduto a fine giornata il 4,02% e del 3,75% è, invece arretrato il Ftse All share. A perdere terreno sono stati in particolare Unicredit (-8,4%) e Bpm (-8,37%). Giù anche il Monte dei Paschi -7% e -6,9% per il Banco Popolare. Oltre ai bancari hanno sofferto anche gli industriali. Male sono andati Buzzi (-6,2%) e Finmeccanica (-5,9%), mentre A2a (-7%) ha pagato i timori sull'indebitamento e anche le indiscrezioni circolate nel fine settimana sull'andamento degli impianti a ciclo combinato della partecipata Edipoweer. Perdite superiore all'indice anche per Mediaset (-5,2%) e per Bper (-4,8%), giù le Generali (-4,6%) e Fiat (-4%). In flessione del 3,9% St in una giornata difficile per il comparto tecnologico a causa del -10% di Nokia che ha pagato l'incompatibilità tra il nuovo sistema operativo Windows phone 8 e il suo Smartphone Lumia 900. Flessione del 3,85% per Telecom Italia in attesa di maggiori chiarezze sui reali pretendenti in lizza per Timedia (-1%). Hanno invece limitato i danni le società più esposte verso il dollaro complice il rafforzamento della divisa Usa: -1% Campari, -1,66% Autogrill, -1,9% Tod's, -1,92% Lottomatica e -1,98% per Tenaris. Il segno rosso è stata una costante di tutti i listini Ue. L'indice Ftse 100 di Londra ha infatti perso l'1,14% a 5.450,65 punti, il Dax di Francoforte è arretrato del 2,09% a 6.132,39 punti e il Cac 40 di Parigi ha mostrato un calo del 2,24% a 3.021,64 punti. A Madrid, l'indice Ibex ha registrato un tonfo del 3,67% a 6.624 punti, anche sulla scia delle indiscrezioni diffuse dalla stampa spagnola che parlano di un dowgrade di Moody's per le banche del Paese, mentre ad Atene il Ftse Athex 20 ha registrato un autentico crollo dell'8,57% a 208,26 punti. È stata l'immissione di dosi di incertezza a buttare giù i listini azionari. Mentre i mercati ragionavano sul progetto di integrazione bancaria a livello europeo, i segnali arrivati nel corso della giornata hanno alzato la tensione sulla strada che porta al vertice Ue: in primis la richiesta ufficiale spagnola di un aiuto all'Europa, poi le indiscrezioni su un nuovo taglio di Moody's sul rating degli istituti iberici e l'imminente richiesta di un supporto da Bruxelles per le banche della repubblica di Cipro. In questo clima le dichiarazioni del cancelliere tedesco Merkel, che ha escluso nuovamente l'ipotesi eurobond («sbagliati e controproducenti»), e il timore di un fiasco per il prossimo vertice europeo hanno fatto il resto accentuando la fuga dai mercati azionari soprattutto dei paesi periferici. Vendite a piene mani per i titoli del comparto bancario (-3%) e auto(-2,9%), giù anche le materie prime (-2,4%) e le assicurazioni (-2,3%). A far cadere le buone intenzioni degli investitori anche le notizie arrivate da Atene che ha chiesto di rinegoziare i termini del piano di salvataggio. Una richiesta che si è infranta contro l'immediato «niet» della Germania da dove è immediatamente arrivato l'altolà del portavoce del governo, Steffen Siebert, secondo il quale prima di discuterne si dovranno attendere i risultati della missione della troika ad Atene slittata ai primi di luglio. «Sulla base di questi, parleremo di potenziali aggiornamenti necessari al programma», ha aggiunto, sottolineando che «questa è la tabella di marcia in Europa che tutti stanno seguendo, quindi non mi aspetto nessuna decisione sulla Grecia» al summit europeo in settimana. Intanto Cipro, dal primo luglio prossimo presidente di turno della Ue, è il quinto Paese dell'Eurozona a richiedere l'assistenza finanziaria dell'Ue. La sua richiesta è arrivata nello stesso giorno della domanda formale di aiuti presentata dalla Spagna, che aveva annunciato la sua intenzione di fare ricorso ai fondi salva-stati Ue (Efsf ed Esm) il 9 giugno scorso, a sostegno della ricapitalizzazione del suo sistema bancario.

Dai blog