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«Casini vuole andare con il Pd? Ci pensi bene perché dovrà vedersela con Di Pietro e Vendola con i quali, penso, non ha grande affinità di valori e idee».

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Casiniparlando al Corriere della Sera ha lanciato una sorta di sfida al Pdl, ha criticato senza mezzi termini Berlusconi accusandolo di «deriva populista» con l'obiettivo del voto anticipato. Ancora polemiche. Non è proprio quello che vuole in un momento delicato come questo e alla vigilia di un importante vertice a Bruxelles. Ma davvero c'è il rischio di andare ad elezioni anticipate? Insomma è questo ciò che vuole il Pdl? «Non lo credo affatto. Resta il termine della scadenza naturale della legislatura, questo è tutto». Ma Casini sembra prepararsi ad una campagna elettorale anticipata anche se accusa Berlusconi di voler andare al voto prima del tempo. «In fase di emergenza come questa è anche comprensibile una collaborazione provvisoria tra partiti di aree politiche diverse e che hanno programmi e proposte differenti. Tant'è che noi abbiamo accettato questa fase particolare proprio perché il Paese è in uan situazione di emergenza. Non riteniamo però che ciò che è stato deciso sull'onda dell'emergenza diventi una scelta permanente». Casini prospetta un asse progressisti-moderati, che ne pensa? «Si dovrebbero aggregare aree politiche e di valori omogenee. Continuo quindi a ritenere che un'area moderata dovrebbe trovare una coesione. Molto in questo processo, naturalmente dipedende dal contesto internazionale. Vedremo quello che verrà dedciso a livello europeo. Questa è la fase della collaborazione e coesione. Proprio con questo spirito abbiamo votato i provvedimenti presentati dal governo, alcuni non condivisi fino in fondo ma per spirito di sostegno al Paese perchè era necessario tutelare un interesse nazionale. La riforma del lavoro contiene la flessibilità in entrata ma su questo la sinistra ha altre idee. Eppure riteniamo di dover procedere in questa direzione. Questo non vuol dire però rinunciare a un bagaglio di idee, a un confronto dialettico e democratico». Il leader dell'Udc attacca in modo diretto Berlusconi, gli dà dell'inaffidabile, dice che cambia idea tutti i giorni mentre Bersani «è un interlocutore serio». Insomma non va tanto leggero. Sembra che Casini abbia scelto, o no? «Accusa di populismo perchè ha voluto criticare certe scelte europee che poi si sono rivelate sbagliate? Perché Berlusconi non dovrebbe esprimere il proprio pensiero? Ha proposto Alfano segretario ma non vuol dire che sia ibernato e non possa partecipare al dibattito politico. Ora tante osservazioni critiche trovano conferme nei fatti. Sull'Europa tutti discutono; perchè non dovrebbero farlo i partiti italiani? La Germania a volte fa valutazioni egoiste; non dovremmo esprimere i nostri pareri?» Ma Casini non si limita ad attaccare Berlusconi. Mette sotto accusa anche il gruppo dirigente del Pdl che, dice, è meno solido di quello del Pd. Non è il momento per il Pdl di un rinnovamento del partito? «Ma quale solidità della dirigenza del Pd. Si sono presi a pesci in faccia. Basta vedere quello che sta succedendo per le primarie con Renzi che ha criticato Bersani. Vedo tante lacerazioni. Noi abbiamo governato il Paese in condizioni molto difficili. Sono opinioni di Casini che abbiamo il diritto di respingere. E Berlusconi non può essere censurato perchè lo ha deciso l'Udc». Se l'Udc sceglie la sinistra, il Pdl che fa? «Se a Casini piace di più il Pd si assuma la responsabilità di questa scelta e dica su quali temi farà alleanza. Io credo che farebbe un grande errore perché dovrebbe vedersela con Di Pietro e Vendola con i quali ha davvero poco in comune. Tuttora il Pd è alleato con Di Pietro, hanno sostenuto candidati come Pisapia e De Magistris e credo che per Casini ci sarebbero molti interrogativi». Se il vertice di Bruxelles non dovesse partorire risultati sul fronte della crescita, ci saranno ripercussioni sulla stabilità politica? «Noi stiamo facendo la nostra parte, il nostro senso di responsabilità è altissimo. Abbiamo dato un mandato forte al governo e quindi vogliamo che il governo vada forte a questo incontro».

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