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Scontro Pdl-Pd su Monti Ma Alfano rassicura: «Avanti fino al 2013»

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Il segretario: Bersani vuole il voto a ottobre Sì alle primarie. Attesa per la direzione

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Mastavolta si va sul sicuro perché il punto centrale è l'eventualità del voto anticipato. Due giorni fa è stato il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, ad accusare il Pdl di volere staccare la spina al governo Monti. Ieri Alfano ha rimandato le accuse al mittente. Dal palco del convegno di «MuovitiItalia» a Chianciano, il segretario del Pdl prima cerca di placare gli animi del suo partito. Assicura di «dare il meglio» e di non voler pensare «ad altre poltrone» future perché, se lo facesse, sarebbe «un carrierista»: cosa che, assicura, non rientra nel suo «stile». Vuole solo puntare alla vittoria del suo partito che definisce «il partito degli onesti» ponendosi come obiettivo la riconquista di quell'elettorato che ha votato per Grillo, anche perché, come dimostrano le elezioni in Grecia, «una settimana o un mese, in politica è un periodo talmente lungo che le sorti di una situazione possono cambiare improvvisamente». E perché questo avvenga, lui, assicura, sta lavorando alla riforma della legge elettorale («sono certo che un accordo con il Pd si troverà»). Una riforma che, probabilmente, ipotizzano tecnici e deputati, sarà un «Porcellum» corretto con le preferenze. Insomma, spiegano pidiellini vicini al segretario, l'ex guardasigilli sa bene come non sia ora il momento di alzare la voce. Né di recidere cordoni ombelicali. I sondaggi sono implacabili e si devono serrare le fila. Rotture o frizioni ufficiali potrebbero complicare le cose. Dunque Alfano dice che toccherà solo a Berlusconi decidere se candidarsi o meno alle primarie. Perché queste, comunque, si faranno, come dimostra anche la convocazione dei gruppi domani, trasmessa a tutti i parlamentari, nella quale il tema viene messo al primo punto. E saranno i cittadini a scegliere la premiership, sottolinea, e non «i giornali», riferendosi alle recenti «campagne» a favore del Cavaliere di Libero e Giornale. Le primarie, insiste, sono un modo «bello e democratico per individuare un candidato». Alfano però, almeno formalmente, non accetta l'idea delle elezioni anticipate. E al segretario Pd, che aveva ventilato la possibilità di elezioni a ottobre visti i «segnali» arrivati dal Pdl, ribatte che evidentemente si tratta di «un transfert psicologico di Bersani che scarica, sul Popolo delle Libertà, le dichiarazioni pubbliche del suo responsabile dell'economia, Stefano Fassina». Perché il Pdl, ribadisce, continua a sostenere il governo Monti, pur non condividendo molte delle sue misure come quella sul lavoro. In ogni caso, dice, «noi abbiamo detto con chiarezza che non abbiamo mai dato una scadenza a questo governo». Anche se sulle mosse europee il segretario non può non storcere il naso: «Non chiediamo di abbandonare la severità del bilancio, l'austerità e il rigore, chiediamo di affiancare politiche che determinino sviluppo economico e crescita. Il punto centrale è che si convincano che così non si può andare avanti». Guardando al 2013, perché il Pdl torni a vincere, Alfano spiega chiaramente che serve «un'ampia coalizione» che eviti di «regalare il paese alla sinistra» perché quelli della «foto di Vasto», afferma, non sono capaci di governare. Dovrà essere però una coalizione di forze che siano in grado di andarsi a cercare il consenso perché «noi - avvisa - i voti li cercheremo per il Pdl, non per altri». E a proposito di coalizione, cita la Lega («Valuteremo possibili alleanze dopo il loro congresso») e Casini con il quale si augura di poter avviare un confronto sui contenuti. Anche se spera che non dia una mano al centrosinistra. Il Pd ribatte. È Maurizio Migliavacca a contrattaccare: «Il Pdl dica al paese se vuole giocare ancora sulla pelle degli italiani. I segnali lanciati in queste settimane sia da Alfano che da Berlusconi sono inquietanti. Altroché forzature giornalistiche. Sono segnali di chi sta pensando solo ai propri interessi di parte e non a quelli del paese». Sulla legge elettorale, invece, i Democratici aprono: «È sicuramente positiva e incoraggiante la convinzione di Alfano che la nuova legge elettorale si farà di comune intesa con il Pd e l'Udc - spiega il deputato Giorgio Merlo - Adesso, però, Alfano comunichi questa convinzione al Pdl e faccia in modo che lo stesso Pdl non la blocchi in Parlamento accampando impossibili modifiche costituzionali pur di non dare il via libera alla nuova legge elettorale». Replica il capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto: «Merlo fa un'inutile provocazione quando contrappone le indicazioni date da Alfano con la realtà parlamentare. Per quello che riguarda il gruppo alla Camera infatti siamo totalmente d'accordo con quello che ha detto Alfano a proposito della legge elettorale». Protesta l'Idv. «Sarebbe più corretto se Pd e Pdl, invece di scegliersi la legge elettorale che più gli torna comoda, rispettassero la volontà di un milione e 200 mila cittadini che hanno firmato un referendum per l'abrogazione del porcellum e il ritorno al mattarellum» tuona il senatore Stefano Pedica. A. D. M.

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