Galan esulta: «Assurdo lasciare un fuoriclasse in tribuna»
GiancarloGalan accoglie così le ultime esternazioni di Silvio Berlusconi e confessa di essere «di ottimo umore dopo aver letto i giornali di questa mattina (ieri, ndr). Le sue parole sono la conferma di tutto quello che ho affermato negli ultimi mesi. Ma - spiega l'ex ministro all'Adnkronos - non mi interessa sottolineare "io l'avevo detto": sono contento e basta». Galan respinge quelle che definisce «elucubrazioni da Transatlantico» circa gli intedimenti del premier, su candidature, futuro del partito e appoggio al governo: «Ciò che conta, come avevo affermato durante l'ultimo ufficio di presidenza suscitando tanto scalpore, è che avere Berlusconi e lasciarlo dietro le quinte è la più grande fesseria che si possa fare. Lui è un centravanti, deve essere in campo, non può stare in tribuna a dare disposizioni col telefonino. Poi avremo tutto il tempo per discutere di candidature, di partito, ma ciò che conta è che sia in campo». Galan affronta quindi il contenuto di quanto affermato dal Cavaliere: «Sull'euro finalmente qualcuno tira fuori gli attributi, perché tutti crediamo nell'euro e vogliamo rimanerci, ma non a queste condizioni. Non esistono feticci e tabù e occorre che nelle trattative questi argomenti vengano fatti pesare». Ma Galan è soprattutto «contento che Berlusconi abbia chiesto scusa per la mancata rivoluzione liberale. E se ha chiesto scusa vuol dire che ci crede ancora. Del resto - conclude con una sorta di anedotto - l'ho chiamato per fargli i complimenti e mi hanno detto che stava partendo per la Sardegna. Ecco, se ritorna anche in Sardegna, vuol dire veramente che è tornato in campo e ancora una volta si conferma il numero uno». In un'altra intervista, rilasciata al settimanale Il Punto, Galan attacca anche alcuni colleghi di partito: «Il Pdl così com'è non lo vota più nessuno, bisogna inventare qualcosa di nuovo. Se pensiamo al partito fatto dai La Russa e dai Gasparri, pensiamo a un partito che ha il 15% dei consensi, invece io penso al partito prima del Pdl che aveva il 34% dei voti». «La mia candidatura alle primarie - conclude l'ex Governatore del Veneto - punta a rappresentare l'area politica di ispirazione liberale, che ha consentito a Forza Italia di avere un consenso enorme nel Paese e al centrodestra. Il partito oggi è incapace di dare risposte e suscitare entusiasmo, quindi gli elettori guardano altrove».