Al vertice di Bruxelles si rischia un altro flop
Divergenze Hollande invita a cena Merkel per tentare un avvicinamento
Anzialcuni siti economici americani scommettono su un sostanziale fallimento. Ovvero i leader dell'Eurozona non riusciranno a decidere proprio nulla di rilevante e efficace per mettere al riparo i debiti sovrani dal tornado della speculazione. L'incontro a quattro (Monti-Merkel-Hollande-Rajoy) di venerdì scorso a Villa Madama, al di là delle strette di mano e della soddisfazione di facciata, ha certificato le divergenze tra i leader delle maggiori economie europee e l'irremovibile posizione del Cancelliere tedesco. È vero che per Angela Merkel ammettere che esiste un problema crescita da affrontare di pari passo con il rigore, è un passo in avanti ma si ferma lì. Sugli strumenti per risolvere gli squilibri dei mercati le distanze tra Berlino da una parte e Francia, Italia e Spagna dall'altra, la distanza sembra incolmabile. Monti si è visto respingere dalla Merkel l'ipotesi di utilizzare i Fondi «salva Stati» per sostenere i corsi del titoli pubblici dei Paesi più deboli e mettere un tetto agli spread sui rendimenti. Quanto a Hollande ha messo in chiaro che non intende cedere quote di sovranità nazionale. Insomma punto e a capo. Tant'è che ieri il Financial Times titolava proprio sul «disaccordo» al vertice di Roma che ha mancato «l'obiettivo di mostrare un riavvicinamento delle posizioni in vista del summit Ue della prossima settimana». Divergenze sottolineate anche dalla stampa tedesca con il Suddeutsche Zeitung che ha anticipato un'intervista al presidente della Bundesbank, Weidmann, che ribadisce il no alla proposta Monti di acquistare i titoli di Stato dei Paesi in difficoltà attraverso il fondo-Salva Stati e la Bce. Tutti segnali che la spaccatura nell'Eurozona è profonda e rischia di trasformare l'appuntamento di fine mese in un altro flop con ripercussioni imprevedibili sui mercati. Così ieri sera è arrivata la conferma da Parigi dell'incontro, di cui si parlava da giorni, tra il presidente Hollande e la Merkel. Una cenetta «tete-a-tete» mercoledì sera proprio alla vigilia del vertice di Bruxelles, per ammorbidire le rispettive posizioni e allontanare i fantasmi di una rottura. Sarebbero stati proprio i timidi passi in avanti dell'incontro di Roma a consigliare a Hollande un faccia a faccia con il Cancelliere Merkel. Nella cena all'Eliseo il piatto forte saranno i rischi per Francia e Germania qualora la situazione nell'Eurozona dovesse aggravarsi. sarà la riedizione del vecchio asse Parigi-Berlino? Difficile dare una risposta giacchè con Hollande la Francia non marcia nella stessa direzione della Germania. La cena, lontana dai riflettori, potrebbe quindi servire a fare una verifica sui margini per un avvicinamento delle posizioni. Hollande inoltre domani incontrerà il presidente della BCE, Mario Draghi, e rilancerà l'introduzione «via via che si farà l'integrazione» degli eurobond, un progetto al quale la Merkel si oppone senza mezzi termini. Ma anche Bruxelles ha commentato con freddezza l'esito dell'incontro di Roma. «Non ho visto alcuna nuova fonte di finanziamento riguardo a questo piano oltre a ciò che il presidente della Commissione europea, Josè Manuel abbia già detto», ha commentato il portavoce di Rehn. A complicare lo scenario c'è la situazione politica italiana. Monti è alle prese con una maggioranza sempre più insofferente ai diktat di Berlino. Il premier vorrebbe presentarsi al vertice di Bruxelles con la riforma del lavoro in tasca ma il percorso continua ad essere difficile. C'è poi la difficile posizione del ministro Fornero che si è impantanata nella questione degli esodati. Ma soprattutto c'è la fine della tregua da parte di Berlusconi che si è rimesso in pista. Una verifica del sostegno della maggioranza ci sarà martedì prossimo proprio alal vigilia del vertice Ue. Monti sarà in Aula alla Camera dove si esamineranno le mozioni sulla politica europea dell'Italia in vista del Consiglio europeo. Non esiste per ora un documento unitario di maggioranza ma due mozioni distinte, una a prima firma Fabrizio Cicchitto (Pdl) e una a prima firma Dario Franceschini (Pd) ma il capogruppo pidiellino a Montecitorio ha fatto sapere che il suo gruppo voterà anche la mozione dei democratici. Fibrillazioni che rischiano di indebolire il ruolo di Monti al vertice di Bruxelles e rilanciare l'immagine di un'Italia poco affidabile perché poco solida politicamente. Non è escluso quindi che il premier prima di venerdì prossimo voglia rivedere Berlusconi o quantomeno sentirlo. Tutto si svolge sul filo del rasoio. Le aste di titoli pubblici del prossima settimana, dai Bot, ai Ctz ai Btp indicizzati all'inflazione ai Btp a lungo termine, diranno come i mercati percepiscono le tensioni politiche. Il primo appuntamento è martedì con l'emissione di Ctz zero coupon per un ammontare complessivo che va da un minimo di 2 a un massimo di 3 miliardi di euro. Mercoledì sarà la volta dei Bot semestrali per 9 miliardi a fronte della scadenza da 9,9 miliardi prevista il 29 giugno e giovedì ci sarà l'appuntamento clou con i Btp a 5 e 10 anni. Sul vertice di Bruxelles pesa soprattutto il macigno della Grecia. Il governo di Atene ha messo nero su bianco la richiesta di avere due anni in più per l'attuazione del piano di austerity imposto da Fmi e Ue. Immediato è stato il commento di Bruxelles: «Non è possibile discutere di questioni di questo tipo - ha detto Amadeu Altafaj Tardio, il portavoce del commissario Ue agli Affari economici e monetari Olli Rehn - Anzitutto, dobbiamo avere una chiara valutazione di come il programma è stato attuato finora e come il nuovo governo greco intende attuarlo». La prevista missione della troika fissata per domani è stata però rinviata a inizio luglio per problemi, dice la versione ufficiale, di salute del primo ministro Antonis Samara e del neo ministro delle Finanze. Sul Consiglio Europeo pende anche l'incognita di Cipro che potrebbe chiedere un allungamento dei tempi per il risanamento e, infine, la Spagna potrebbe ufficializzare la richiesta di aiuti per il salvataggio delle banche.