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Ma durante Italia-Croazia il Prof fissò la conferenza

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Quandoieri abbiamo letto che il premier Mario Monti aveva accettato di anticipare il vertice di venerdì per consentire alla cancelliera Angela Merkel di recarsi a Danzica per assistere alla sfida tra Germania e Grecia nei quarti di finale dell'Europeo, la prima pressione è stata un certo stupore. Certo, sarebbe stato estremamente scortese non accettare la richiesta dell'unica signora presente, ma questo gesto galante rappresenta comunque una novità nell'operato del premier italiano. Che in questi mesi a Palazzo Chigi, non ha perso occasione per dimostrare quanto il calcio sia lontano dalla sua sensibilità. Basterebbe citare l'ultimo episodio in ordine di tempo. Lo scorso 14 giugno l'Italia giocava, con la Croazia, la seconda partita del suo Europeo. Lo stesso giorno, a Roma in visita ufficiale, il neopresidente francese Francois Hollande. Ebbene, per una strana casualità, la conferenza stampa congiunta è stata fissata alle 18, cioè proprio mentre gli azzurri scendevano in campo a Poznan. Così, quando Andrea Pirlo su punizione ha portato in vantaggio l'Italia, l'urlo di gioia, proveniente dagli uffici di Palazzo Chigi, ha praticamente interrotto il discorso del Professore che, con il suo aplomb, si è girato verso Hollande commentando sorridendo: «È in corso una partita, signor Presidente». Ma non è l'unico episodio che testimonia l'indifferenza, se non addirittura una certa insofferenza, del premier per il gioco più bello del mondo. Qualche settimana prima, parlando sempre in conferenza stampa, al termine del vertice italo-polacco, Monti aveva risposto ad una domanda sullo scandalo delle scommesse. E si era fatto quasi promotore di un'idea a dir poco stravagante: «Bisogna riflettere e valutare se non gioverebbe per due-tre anni una totale sospensione di questo gioco». Parole che avevano scatenato l'immediata reazione del mondo del calcio. «Trovo inammissibile - aveva aggiunto - e me ne sono occupato anche quando ero commissario europeo, che si usino soldi pubblici per ripianare società di calcio». Quindi una battuta sulla partita sospesa a Genova con i giocatori rossoblu costretti a consegnare le maglie ai tifosi: «Bisogna approfondire quanto avvenuto denunciando l'invisibile ricatto pieno di omertà ». Insomma Monti non è esattamente un calciofolo. E non è certo un caso che, durante il G8 di Camp David, mentre Barack Obama, David Cameron, Angela Merkel, Josè Manuel Barroso, Dimitri Medvedev, Francosi Hollande e Herman Von Rompuy, seguivano i rigori della finale di Champions League tra Chelsea e Bayern Monaco, lui fosse altrove.

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