Oggi il governo. Primo obiettivo: ritrattare il piano austerity
Potrebbevedere la luce domani: guidato dal conservatore Antonis Samaras di Nea Dimokratia, il vincitore delle elezioni, insieme con due partiti di sinistra, il Pasok e la Sinistra Democratica (Dimar). Lo ha lasciato intendere, al termine di una giornata di trattative, il presidente del Pasok Venizelos, precisando però che il suo partito deve ancora decidere in che forma prendere parte al nuovo esecutivo. Un governo che sembra avere un punto di sintesi nella necessità di rinegoziare parti del Memorandum con Ue, Bce e Fmi. Una prospettiva e una speranza che però si scontra con l'inflessibilità di Angela Merkel, che richiama al rispetto di «regole» e «impegni». Venizelos ha dichiarato in diretta tv che «un governo deve essere formato prima possibile... al punto in cui siamo ora puà nascere domani (oggi, ndr) entro mezzogiorno». L'ex ministro delle Finanze ha aggiunto che i socialisti sono pronti a sostenere il governo «con tutte le forze» ma non hanno ancora deciso in che forma partecipare all'esecutivo. Il gruppo parlamentare del partito è stato quindi convocato per stamattina per affrontare la questione. Venizelos ha già detto che non vuole che al nuovo esecutivo partecipino membri del Pasok che si sono «bruciati» in passato con scandali e altro, ma evidentemente ci sono deputati socialisti che non sono d'accordo con lui. Il leader ha però detto esplicitamente che il punto più importante per i socialisti non sono i nomi dei ministri ma chi farà parte della «squadra» nazionale che rinegozi parti del Memorandum. Ma su questa prospettiva, che sembra essere il tratto unificante del nascente governo greco, è giunto lo stop della cancelliera tedesca. «La Grecia deve attenersi alle regole», ha affermato Merkel dal summit del G20 di Los Cabos, in Messico. Una linea dura che non sembra oggi condivisa da molti, all'interno dell'Unione Europea. «Chiunque dica che non c'è bisogno, o che non è possibile rinegoziare il Memorandum con la Grecia si illude», ha infatti dichiarato oggi a Bruxelles una fonte qualificata, in vista dell'Eurogruppo di giovedì. Chi sostiene questa posizione «resterebbe nell'illusione che l'intero programma e l'intero processo siano rimasti completamente immutati, fin dalle prime elezioni», ha detto il diplomatico confermando la linea del presidente dell'Eurogruppo Juncker. Secondo il diplomatico, se non si cambia il Memorandum «si fallirà». Intanto, la vittoria elettorale delle forze pro-Euro in Grecia starebbe già provocando una «normalizzazione»: fonti bancarie segnalano che già da lunedì molti risparmiatori hanno iniziato a riportare i soldi che avevano tenuto a casa nelle banche.