Renzi detta le regole Democratici all'assalto
Il rottamatorePronto a sfidare Bersani ma nel partito c'è chi attacca: così salta il Pd
Confermal'intenzione dell'area dei rottamatori di sfidare il segretario Bersani, anche se non scioglie ancora la riserva sul suo impegno personale. Non rinuncia a un paio di stoccate, poi avverte che serve un cambio di passo. Inevitabile che nel Pd le acque si agitino subito. Con Merlo che avverte senza mezzi termini: «Così salta il partito». Intervistato da Lucia Annunziata, il sindaco di Firenze mette i paletti per le primarie: «Se ci saranno le condizioni noi correremo», spiega. Quel noi, aggiunge, è «un gruppo che sta attorno ai giovani amministratori, alla rottamazione». Quest'area «sicuramente avrà un proprio candidato. Posso essere io o una giovane ragazza, lo vedremo». Renzi ha chiarito i tre punti imprescindibili per partecipare. «Saranno primarie libere e aperte? Se la risposta è sì, allora sarà una gara vera. Se sono finte e servono per ratificare il nome di chi ha vinto, non ci interessano», ha detto. Primarie libere per Renzi vogliono dire «la possibilità per ciascun cittadino di andare al gazebo e mettere un nome liberamente senza fare un albo degli iscritti e una pre-registrazione». Al contrario, «un registro degli elettori vorrebbe dire che devo andare 20 giorni prima nella sede del Pd, dare nome e cognome e andare a votare, non mi sembra un modo serio. Sarebbe un tentativo di bloccare la partecipazione». Dunque le primarie dovranno essere «libere e trasparenti, capaci di affascinare le persone». Renzi assicura che scioglierà la riserva il prossimo mese. «Entro metà luglio sarà chiaro perché l'assemblea del Pd darà le regole», ha detto. Il sindaco di Firenze si è poi impegnato sul futuro: «Se perderò, darò una mano a chi ha vinto», ha detto, però «non sarò uno dei mille schiacciatasti né chiederò a Bersani di darmi una poltrona. Se perdessi resterei a Firenze». Non mancano le critiche a Bersani. A Renzi non è piaciuta la decisione del segretario di chiedere alle associaizoni il nome di due candidati al consiglio di amministrazione della Rai. «Io faccio il sindaco e ogni giorno devo fare delle nomine, quando scelgo una persona mi assumo la responsabilità di dire "ci va lui" e se sbaglia ci metto la faccia io», ha detto. «Se sono un leader faccio questo e mi assumo la responsabilità di farlo, non dico "apro una riflessione con le associazioni amiche" per un fare un po' di "captatio benevolentiae" - ha spiegato - Se sei un politico devi decidere». Renzi ha bacchettato Pier Luigi Bersani anche su un altro aspetto. «Io ho l'idea di un partito che è un mare, non uno stagno - ha spiegato il sindaco di Firenze - Bersani ha un'idea vecchia di un partito fatto per addetti ai lavori e dunque bisogna aprirsi a quello che sta fuori, ma io no ci sto all'idea di essere la società incivile, degli zulù». Oggi, ha insistito, «va di moda l'idea che c'è il partito fatto da oscuri burocrati e fuori c'è la brillante società civile, ma io penso che la politica possa essere fatta da persone normali che per un periodo dedicano del tempo al bene comune». Il partito «deve essere qualcosa di leggero, ma il gruppo dirigente del Pd ha un'idea molto novecentesca del partito, burocratica», c'è «l'ombra cupa dalemiana di una politica per addetti ai lavori». Renzi ha criticato anche il governo Monti. «È partito molto bene e in questo momento è molto arenato purtroppo. Su alcune cose sembra di rivedere il solito giochino di prima con un ministro che dice una cosa e un altro che gli risponde contro», ha ricordato Renzi. «La vicenda simbolo è quella degli esodati - ha spiegato - un governo tecnico almeno sui numeri dovrebbe dirci la verità. Ma dietro l'esodato non c'è un numero, ma uomini e donne, una storia fatta di scelte. Se lo Stato non mantiene la parola verso i cittadini si mina la credibilità dello Stato». Impossibile non parlare di Beppe Grillo. Se il comico genovese riscuote tanti consensi è, secondo Renzi, colpa dei partiti che non fanno riforme. «Secondo me Grillo è un grande goleador perché qualcuno gli fa gli assist. Finché i partiti non dimezzano il numero di parlamentari e non eliminano i vitalizi, Grillo farà sempre goal». Il fondatore del MoVimento 5 Stelle, ha insistito Renzi, «è un termometro della febbre degli italiani». Le parole di Renzi non piacciono a Giorgio Merlo, vicepresidente della Commissione Vigilanza Rai: «Se non ci sono regole precise per la leadership della coalizione del centrosinistra, le primarie si possono trasformare in una ghiotta occasione per far saltare il Pd. E le dichiarazioni di Renzi per chi avesse ancora qualche dubbio, non ne sono che la conferma plateale. È questo che vogliamo?». Attacca anche Giuseppe Fioroni: «Per essere vere, le primarie devono confrontare progetti alternativi, se no è come votare per Miss Italia». Insomma, «primarie aperte e libere certo, ma chi sceglie il premier alle primarie deve votare anche alle secondarie, se no partiamo male e facciamo autogol». Infine Fioroni ha bacchettato Renzi che ha criticato il Pd che contrasterebbe la meritocrazia a scuola: «Invece che aspettare le regole per sapere se può fare il premier, approfondisci e studia così eviti sulla scuola sciocchezze».