Bloccati 12 milioni
L'allorasottosegretario del Ministero alle Politiche Sociali, Carlo Giovanardi, per venire incontro alle esigenze delle popolazioni colpite dal terremoto, decise di stanziare dodici milioni di euro da destinare ai Comuni del cratere, per progetti legati alla ricostruzione sociale del territorio. Una cifra considerevole che aveva spinto inizialmente Giovanardi, a chiedere ai Sindaci dei Comuni interessati indicazioni su quali progetti poter indirizzare i soldi stanziati. Passano alcuni mesi e quei fondi rimangono ancora bloccati, da una parte per colpa della litigiosità dei sindaci stessi, e dall'altra perchè non esistono progetti concreti sui quali far confluire questa enorme quantità di denaro. Ad un anno dal terremoto i fondi Giovanardi, ancora non vengono utilizzati. Il sottosegretario, che era andato diverse volte in visita all'Aquila, ad ogni occasione incalzava i Comuni interessati per far presentare loro progetti ma alla fine, si decise di avviare un bando di gara, al quale potevano partecipare tutti i comuni del cratere sismico, ognuno presentando uno o più progetti sociali, da realizzare nel rispettivo territorio di appartenenza. I Comuni presentarono i progetti, e venne stilata una graduatoria ma, incredibilmente, il primo Comune in lista, fece un ricorso al Tar, con la motivazione che pur essendo primo in graduatoria, non era stato adeguatamente finanziato. Tutto si bloccò di nuovo. Non solo. In questa vicenda già abbondantemente complicata da inadeguatezze incontrovertibili dei Comuni interessati, nell'estate del 2011, entrò da protagonista la Procura della Repubblica dell'Aquila che aprì un fascicolo, avvalendosi di un'indagine dei carabinieri del Noe di Pescara. L'obiettivo era dimostrare che nell'ambito dei fondi Giovanardi, esistesse un sodalizio che avrebbe tentato di distrarre, nove dei dodici milioni di euro messi a disposizione. Dopo diversi mesi di intercettazioni telefoniche ed ambientali, riscontri e pedinamenti, il 22 settembre 2011, il pm titotare dell'inchiesta, Antonietta Picardi, fa scattare le manette per Fabrizio Traversi, romano, 60 anni, direttore del sistema qualità di montagna e Gianfranco Cavaliere, 36enne, medico aquilano. Nell'inchiesta entrarono da subito, anche se non arrestati, Silvano Cappelli, sindaco di San Demetrio Ne' Vestini, uno dei Comuni del cratere e Nicola Ferrigni, dell'Eurispes di Roma. Ad arrestati e denunciati, il Pm contestava a vario titolo la truffa aggravata, il falso ideologico, il millantato credito, l'estorsione ed il peculato. In sintesi, per la Procura, i personaggi coinvolti, avevano, ognuno per la propria competenza, tentato di distrarre una parte dei fondi Giovanardi, non riuscendoci, per ragioni «estranee alla loro volontà», come scriveva il pm nella richiesta di conclusione d'indagine. Furono ascoltate al tempo come persone informate dei fatti molte persone, tra cui anche monsignor Giovanni D'Ercole, arrivato da pochi mesi all'Aquila, per aiutare il vescovo metropolita, Giuseppe Molinari. Trascorsero altri mesi e nel frattempo gli unici due arrestati, uscirono dal carcere in favore dei domiciliari, per poi tornare in libertà con l'obbligo di dimora. Nel frattempo, un altro filone della stessa inchiesta, aveva scosso profondamente la Curia aquilana. La Procura infatti, aveva aperto un fascicolo sul vescovo ausiliare dell'Aquila, Monsignor Giovanni D'Ercole. Il pm Picardi, accusava D'Ercole di aver rivelato all'indagato Fabrizio Traversi, che su di lui e sulla Onlus, da Traversi presieduta, c'era un'inchiesta della magistratura. Per il presule l'accusa era quella di rivelazione di informazioni coperte da segreto istruttorio. Passano altre settimane e l'altroieri si è arrivati a sentenza con rito abbreviato per D'Ercole e Cappelli. Il gip Romano Gargarella, ha prosciolto il presule per il quale il pm aveva chiesto 5 mesi di reclusione, perché il fatto non sussiste, condannando invece ad un anno Cappelli, disponendo il non luogo a procedere per Ferrigni e rinviando a giudizio Traversi e Cavaliere. Su questa sentenza è intervenuto anche l'ormai ex sottosegretario Giovanardi che ha detto: «Sono convinto che anche gli altri rinviati a giudizio andranno ad assoluzione e dico questo perchè non capisco come queste persone avrebbero potuto distrarre fondi destinati esclusivamente ai comuni del cratere. Basti vedere come per il sindaco Cappelli sia decaduta l'accusa di tentata truffa. Chiedere poi una condanna per un vescovo mi è sembrato qualcosa di assurdo». I Fondi Giovanardi, ad oggi, restano ancora bloccati.