Ora Grillo spaventa il Campidoglio
Anzi,ostentano sicurezza. Confermano, più volte al giorno, che nel 2013 i partiti riaffermeranno la loro supremazia. Eppure i politici sono preoccupati. Forse come non lo sono stati mai. Il loro incubo si chiama Beppe Grillo. Più che lui sarebbe il MoVimento 5 Stelle ma, vista l'assenza di leader rconosciuti da quello che si definisce un non partito, se la prendono col comico genovese. Gli attivisti del MoVimento guadagnano terreno. Secondo l'ultimo sondaggio realizzato da Swg e presentato ieri nella trasmissione tv Agorà, il M5S è al 21%. Stabilmente secondo partito italiano, a tre punti dal Pd (24%). Il Pdl sarebbe al 15%, Sel al 6,4, l'Udc al 5,7, quasi come l'Idv (5,5%), la Lega al 5,3, Fli al 3,8% poi gli altri. Percentuali che gettano i partiti tradizionali nel panico. Soprattutto a Roma. Nei corridoi del Campidoglio, infatti, s'è sparsa la voce che il MoVimento 5 Stelle starebbe pensando di candidare alle prossime elezioni comunali, nel 2013, Loretta Napoleoni. Economista, saggista, esperta di relazioni internazionali. Collabora con la CNN e la BBC. È romana ma vive a Londra. Si era ipotizzato un suo impegno nelle istituzioni nel 2010, ai tempi delle Regionali del Lazio, quando si scontrarono la Polverini e la Bonino. Se si candidasse al Campidoglio romperebbe i piani dei due candidati di centrodestra e centrosinistra, il sindaco Gianni Alemanno e Nicola Zingaretti. «Quanti voti toglierà il MoVimento 5 Stelle al Pd? E al Pdl?» è la domanda più sentita in questi giorni in Campidoglio. Ma non è tutto. Perché anche il terzo polo, che pensa di candidare un esponente della società civile, resterebbe col cerino in mano. Poi ci sarebbero tutte quelle liste più o meno civiche che hanno fatto i conti senza l'oste e che adesso temono di dover battere in ritirata. Del resto, se alle ultime Amministrative nel Lazio i partiti hanno tenuto, nel 2013, con le Comunali e le Politiche insieme, la storia potrebbe essere diversa. Anche perché gli attivisti 5 Stelle continuano a guadagnare terreno. A riunirsi, a elaborare ricette per la città. Mentre politici rischiano di restare sotto la valanga che ormai anche loro vedono in lontananza. Nel frattempo Grillo continua ad assolvere il suo ruolo di «megafono» del MoVimento. Ieri ha bocciato il presidenzialismo. «I poteri del presidente della Repubblica sono in parte regali e in parte indefiniti, di fatto sono monarchici e discrezionali», ma se si andasse verso una riforma presidenziale dello Stato, ci sarebbe il rischio di una dittatura ha scritto il comico sul suo blog. «Il dibattito carsico che emerge puntuale in caso di ingovernabilità o di crisi istituzionali - spiega Grillo - vorrebbe attribuire a questa figura maggiori poteri. Una ipotesi che ci consegnerebbe dritti a una potenziale dittatura». Piuttosto «abbiamo bisogno di meno presidenzialismo, non di più - ha aggiunto - un uomo solo al comando ci è bastato». Due giorni fa Grillo si era invece soffermato sul vertice del premier Monti con ABC: «I tre dell'Ave Maria, o meglio dell'Estrema Unzione, sono stati chiamati a rapporto, come dei chierichetti, da Rigor Montis che ha preteso "un mandato forte" per trattare con l'Europa. Lo ha chiesto a degli ectoplasmi». Pdl, Pd e Udc sono, secondo Grillo, «tre partiti in via di disfacimento, che forse scompariranno dopo le prossime elezioni».