Napolitano soddisfatto: «Il premier ha ridato credito all'Italia»
CosìGiorgio Napolitano ha sintetizzato un lungo colloquio, che si è tradotto in «una riflessione su questione complesse», avuto ieri al Quirinale con il presidente tedesco Joachim Glauck. Un incontro che si è basato su una premessa forte sulla quale i capi di Stato si sono trovati d'accordo: «Il Governo Monti ha adottato misure sufficienti a ridare credibilità all'Italia». Certo, «ne servono altre», come la riforma del mercato del lavoro o le misure per lo sviluppo. Ed anche la Germania, ha detto Gauck, ha «fiducia» nelle riforme italiane. Napolitano e Gauck si sono prima dedicati ad un'analisi dei mali dell'Europa, hanno quindi constatato con preoccupazione «il distacco della gente dalla politica» per poi soffermarsi sulla crisi economica e sull'indispensabilità dell'Euro. Un dialogo a tutto campo, giocato sulla parola «solidarietà», usata più volte dal carismatico neo-presidente federale. Un uomo che piace ai tedeschi, abituato a parlare schiettamente, nei limiti del suo mandato. E che ieri non si è sbilanciato di un pelo dalla linea di Angela Merkel e poco ha concesso alla «solidarietà». «Il governo tedesco vuole promuovere la crescita, ma associandola a politiche di stabilità. Serve il rispetto dei Trattati e delle regole fondamentali come quella che nessun Paese può assumersi la responsabilità del debito degli altri», ha precisato rispondendo ad una domanda su quali politiche per la crescita voglia prendere la Germania. Risposta gelida che «il Mandela tedesco» (soprannome che gli viene dalle sue battaglie per i diritti civili), ha tentato di scongelare assicurando che nessuno in Germania vuole «il ritorno al "Deutsche Mark" e quindi la fine dell'Euro», così come nessuna «voce all'interno del governo tedesco» si è mai alzata «a favore di un'Europa a due velocità». Subito gli ha fatto eco il presidente della Repubblica che ha garantito che non ci sarà mai «un'Europa dei virtuosi ed una dei viziosi». Un conto sono le «spaccature tra Nord e Sud», o il concetto di «Europa a due velocità», altra è il sistema delle «cooperazioni rafforzate» che, ha ricordato Napolitano, già esiste e che «lascia sempre aperta la porta» a quanti vorranno entrare. È quanto è successo con l'Euro, partito ad 11 ed arrivato oggi a 17 Paesi. Almeno fino ad oggi, visto che gli occhi del Quirinale e del Schloss Bellevue, la residenza del presidente federale, sono puntati sulle elezioni di domani in Grecia, determinanti per il futuro dell'Eurozona.