Tagli agli acquisti, la spending sulla sanità vale un miliardo
Elo farà mettendo a disposizione un miliardo di euro di risparmi per il 2012 che con ogni probabilità arriveranno da tagli alle spese per beni e servizi, che nel comparto rappresentano ogni anno uscite per circa 30 miliardi. Sarebbe questo, quindi, il «punto di caduta» raggiunto dopo contatti molto intensi di queste settimane tra il ministro della Salute e il supercommissario Enrico Bondi. E che dovrebbe mettere al sicuro il cosiddetto «fondino», le risorse vincolate per gli obiettivi di piano del fondo sanitario nazionale che valgono per il 2012 un miliardo e mezzo, sul quale inizialmente sembrava concentrata l'attenzione e che aveva trovato fin dall'inizio la resistenza da parte del titolare della Salute. Il decreto per la revisione della spesa pubblica che dovrebbe arrivare sul tavolo del Consiglio dei ministri entro fine mese, non dovrebbe contenere nemmeno interventi sulla filiera del farmaco, altra ipotesi circolata negli ultimi giorni guardando alla possibilità di anticipare a questa estate le misure previste dalla manovra di Tremonti del luglio scorso e che entreranno in vigore dal 2013. Ma in sanità, ha ripetuto come un mantra il ministro, non si possono fare «tagli lineari», anche perché il nostro servizio sanitario, ha sottolineato ieri, è uno dei «migliori al mondo» grazie al «miracolo» che compie nel «tenere sotto controllo una spesa che per natura è in evoluzione». La palla quindi passa a Bondi, che ha il mandato per intervenire proprio sugli acquisti intermedi. E in sanità i margini di risparmio ci sono visto che, come ha sottolineato Balduzzi, «si riscontrano anche nella stessa regione grandi scostamenti per i servizi di mensa o lavanderia». La spesa «immediatamente rivedibile», ha spiegato il ministro, è di circa «7 miliardi». E nel frattempo il faro dell'autorità di vigilanza sui contratti pubblici sarebbe puntato proprio sugli acquisti di beni e servizi non sanitari, come appunto mense, lavanderia, servizi di raccolta rifiuti. Settori nei quali gli acquisti stentano ad essere centralizzati.