«Colpa del salva-Penati Al Senato non passerà»
Gasparri: le assenze? C'è una norma ad personam Sulla responsabilità dei giudici non tratteremo
o.Maurizio Gasparri vorrebbe dividersi in due per dar retta a tutti. Tra un flash coi cronisti su Lusi («rifiuteremo il voto segreto»), una stoccata alla Finocchiaro sul semipresidenzialismo («Il Pd entri nel merito o sembrerà il difensore dei vecchi giochi di Palazzo») e la partita dell'Italia che incombe, di tempo per parlare di corruzione non ne resta molto. Poco importa: il concetto è uno: «Il Pd non si illuda di far passare il salva-Penati al Senato». Senatore, partiamo da un giudizio più generale sul disegno di legge... «Beh, mi sembra che l'intenzione di combattere la corruzione ci sia». Un po' meno l'intenzione di votarla da parte del Pdl... «Ma no, quelle alla Camera erano assenze fisiologiche». Ricapitoliamo: 2 contrari, 38 astenuti, 11 in missione e 58 assenti. Nel Pdl questa legge non l'hanno votata in 109 su 210, più della metà... «Io sono il capogruppo al Senato, non rispondo di quello che accade alla Camera. L'unica cosa che posso dire è che siamo stati i primi a volere questa legge. Non dimentichiamo che la stesura originale l'abbiamo fatta noi è l'ha firmata il nostro segretario, Alfano». Resta il fatto che, al momento dell'approvazione finale, in tanti si sono defilati. «Evidentemente nel ddl c'era qualcosa che non è andato giù ai nostri deputati». Già, il salva-Penati. «Per tanto tempo siamo stati accusati di scrivere norme ad personam. Ora mi sembra che lo facciano gli altri». In realtà verrebbe estinta solo una parte del processo riguardante il braccio destro di Bersani. «Queste cose lasciamole ai tecnici. Ora al Senato la nostra batteria di giuristi esaminerà il provvedimento e ne valuteremo la portata sui processi in corso». E se i sospetti venissero confermati... «In quel caso la norma salva-Penati non passerà». Sembra però che il ddl accorci anche i tempi di prescrizione di Berlusconi nel processo-Ruby. «Basta parlare di Berlusconi. È stato il ritornello della sinistra quando eravamo al governo. Nel ddl non c'è nulla a favore del Cavaliere». Cicchitto ha criticato anche la norma sul traffico di influenze. È d'accordo? «Di certo mi sembra formulata in maniera un po' troppo ambigua. Anche per questo abbiamo chiesto che vengano apportate modifiche in Senato». Così però l'iter si allunga e la legge rischia di finire su un binario morto. «Io mi auguro che i tempi siano rapidi. Adesso però è difficile fare delle previsioni. Dipenderà anche dai vari provvedimenti che il Governo continua a mettere sul tavolo, ora si parla anche di un dl sviluppo...». Qualcuno mette in correlazione ddl sulla corruzione e responsabilità civile dei giudici. Se non passa la seconda, addio alla prima... «Non è assolutamente vero, non c'è un collegamento tra le due cose. È ovvio, però, che nell'ordinamento ci vuole equilibrio. Se ai giudici viene data troppa libertà di movimento con il traffico di influenze, i cittadini devono essere garantiti in qualche modo». Quindi l'emendamento Pini deve restare com'è. «Noi abbiamo portato avanti un certo testo e su quello continueremo a puntare». E se il governo proponesse un emendamento «annacquato»? E se chiedesse la fiducia? «E se il tetto le cascasse in testa? E se cascasse in testa a me?». Oddio, mi auguro di no... «Voglio dire: lei mette troppi se. Non possiamo sapere cosa succederà, cosa farà il governo. Di certo, se dovessi dare un consiglio all'esecutivo, eviterei un altro ricorso alla fiducia su quel tema». A buon intenditor...