Si scambiano sorrisi, ribadiscono una «fortissima convergenza di vedute» e insistono sulla parola crescita che pronunciano in modo quasi ossessivo.
Cosìentrambi parlano di crescita ma anche di rigore che non può essere abbandonato e ammettono che l'Euro «non è ancora al sicuro». Il convitato di pietra è sempre il Cancelliere Angela Merkel con la quale Monti e Hollande devono fare i conti. Così sia il premier che il presidente francese sciorinano le ricette sul tavolo contro la crisi, dagli Eurobond ai project bond, dalla supervisione bancaria all'unione bancaria, ma guardandosi bene dal polemizzare con Berlino che non ha ancora avallato gran parte di queste soluzioni. Così difficile parlare di un asse Monti-Holland in chiave anti Merkel per indurre la Germania ad allentare la morsa del rigore. Piuttosto l'incontro di ieri a Palazzo Chigi, prima e poi al Quirinale con il presidente Napolitano, è servito come una ricognizione dei problemi che accomunano i due Paesi. Perché se l'Italia soffre la Francia non ha motivi per ridere. Inevitabile parlare dell'aumento dello spread e degli alti sul debito. «Che l'Italia abbia un debito pubblico importante non ci sfugge - ha esordito Monti - così come non sfugge nè agli italiani nè alle organizzazioni internazionali l'importante progresso che il Paese ha fatto, in particolare in questi mesi, per avere un comportamento dal punto di vista della finanza pubblica più virtuoso». E ricorda le previsioni della commissione europea che indicano per l'Italia un disavanzo pubblico che è la metà di quello medio della Ue in rapporto al pil, e l'anno prossimo un avanzo strutturale, «essendo tra i pochi paesi Ue che l'avranno». Per questo, rilancia il premier rivolvengosi ad Hollande nella conferenza stampa di fine incontro, «è necessario trovare dei meccanismi a livello europeo perchè i comportamenti virtuosi di alcuni Paesi non vengano penalizzati da tassi di interesse anomali». Nel vertice si è parlato di Eurobond ma senza alcun accenno polemico al No della Germania. Anzi. Il premier ha sottolineato che «la Cancelliera Merkel, come me e Hollande e gli altri capi di Stato, è perennemente in cerca di soluzioni per l'Europa». Monti ha ribadito che «gli importanti progressi fatti sulla governance europea e sull'eurozona non sono sufficienti a tenere l'Euro al riparo dalle turbolenze dei mercati. Dobbiamo agire rafforzando i punti deboli del sistema, con azioni sull'economia reale e sugli aspetti finanziari». Molto determinato Hollande sul tema della crescita. «La crescita è il nostro obiettivo, non voglio che si guardi all'Europa come a un malato», ha detto il presidente francese che ha detto di aver consegnato al presidente della Ue Van Rompuy un documento in cui si mettono a fuoco gli strumenti per rilanciare la crescita. L'inquilino dell'Eliseo ha però rimarcato che lo sviluppo «non va fatto con la spesa pubblica». Poi ha lanciato una sorta di ultimatum: no a mezze misure nel prossimo Consiglio europeo. Nell'incontro si è anche parlato della crisi greca e entrambi hanno concordato che Atene deve «proseguire nel consolidamento di bilancio e nelle riforme strutturali». Monti ha sottolineato che quanto fatto finora «non è poco, anche se spesso non è stato sufficiente». Per questo «dobbiamo agire rafforzando i punti deboli del sistema e questo implica delle azioni sull'economia reale e delle azioni sugli aspetti finanziari». Sullo sviluppo, entrambi si sono trovati in sintonia «sulla necessità di aumentare investimenti produttivi, siano essi finanziati dal settore privato, dal settore pubblico o in partnership». Nell'incontro al Quirinale Napolitano ha ribadito che il Consiglio Ue deve consolidare la conquista dell'Euro.