Roma sotto attacco Fitch rassicura
Cosìieri la paura di un esplosione dell'euro spinta da illazioni dei giornali angloasassoni e dalle parole del ministro austriaco Maria Fekter che ha messo sullo stesso piano Italia e Spagna quanto a possibile default è stata così palpabile che Fitch, agenzia di rating Usa che con i suoi giudizi ha demolito giorno dopo giorno la credibilità italiana sui mercati internazionali, ha ben pensato di rassicurare i mercati con un comunicato che di fatto ha spezzato il circolo poco virtuoso delle cattive notizie: «È improbabile che l'Italia abbia bisogno di un salvataggio perché il Paese è in una situazione migliore rispetto alla Spagna». Un'analisi che rimette tutto in discussione. Trancia i punti di riferimento. Insomma confonde non facendo chiarezza sulla domanda se l'Italia è a rischio oppure no. Forse non lo sanno nemmeno i geniali analisti di Fitch. Che da mesi aprono varchi importanti al gioco della speculazione con i downgrading dei debiti sovrani. Obiettivo: fare soldi, tanti, e continuare, fino a non esserne mai sazi. Ora però con l'attacco all'Italia si è arrivati sul filo del baratro. Se cade Roma crolla tutto, con l'inevitabile fine del gioco dell'arricchimento. Chi specula ha capito e ha frenato le macchine. Meglio evitare un collasso adesso. Si può continuare a fare soldi a palate. I profitti infatti si fanno sugli spread, sulle tensioni e le fibrillazioni, insomma. Non sulla distruzione. Così i differenziali tra Btp e Bund hanno ripreso a volare. Questo si traduce nella crescita dei tassi di finanziamento del debito pubblico e l'Italia nei prossimi tre anni potrebbe ritrovarsi a pagare molti miliardi in più in interessi. Il differenziale di rendimento il Btp decennale e l'analogo titolo tedesco ieri ha toccato la soglia dei 490 punti (poi sceso a 475 punti) ai massimi da inizio anno, con il rendimento in rialzo al 6,25%. I tassi dei titoli a due e a cinque anni sono cresciuti rispettivamente al 4,57% e al 5,74%. E l'aumento dei tassi fa prevedere un esborso aggiuntivo per il Tesoro di oltre 50 miliardi. In base alle stime di conti di Bankitalia, a un rialzo generalizzato dei rendimenti italiani di 100 punti base corrisponde una spesa per interessi di circa 0,2 punti percentuali di Pil nel primo anno, 0,4 nel secondo e 0,5 nel terzo. Considerando un incremento medio di 100 punti rispetto al mese scorso, quando lo spread viaggiava sui 390 punti, l'esborso aggiuntivo per l'Italia sarebbe pari a 9,6 miliardi nel primo anno, 19,2 miliardi nel 2013 e 24 miliardi nel 2014 per una spesa complessivi di 52,8 miliardi in tre anni. A far impennare lo spread è la percezione che, dopo l'annunciato salvataggio delle banche spagnole, l'Italia sia diventata il nuovo fronte nella crisi dei debiti sovrani. Con un debito pubblico vicino alla soglia psicologica dei 2 mila miliardi di euro e con una crescita zero, l'Italia viene vista come il «Paese più vulnerabile» dell'Eurozona. E il ministro delle finanze austriaco, Maria Fekter, si è spinta a dire che «a causa degli alti tassi che deve pagare, Roma potrebbe chiedere un aiuto esterno». Poi ha fatto retromarcia affermando che «l'Italia può finanziarsi sui mercati anche a tassi molto alti». A quel punto quando la fibrillazione aveva fatto perdere anche alla Borsa di Milano un considerevole 2% del suo valore è intervenuta Fitch con le sue rassicurazioni. L'obiettivo da parte degli speculatori è stato comunque raggiunto. Da oggi il Tesoro sfida i mercati: prima con un'asta di Bot annuali per 6,5 miliardi di euro e poi giovedì con una emissione di Btp fino a 4,5 miliardi di euro. Le tensioni create ad arte hanno aumentato il rischio percepito. La domanda potrebbe essere più bassa e l'Economia costretta ad aumentare i tassi di collocamento. A essere colpita anche Piazza Affari arrivata ad accusare ribassi di oltre il 2%, dopo che Fitch ha declassato 18 banche spagnole. Sotto l'attacco della speculazione gli istituti italiani con una raffica di sospensioni in Borsa. Alla fine il listino milanese ha limitato i danni, ma archiviato la prestazione peggiore in Europa con perdite dello 0,7% sotto la soglia dei 13.000 punti. Monte dei Paschi ha ritoccato il minimo storico (-5,88% a 0,19 euro) seguita da Unicredit (-3,95%). Più pesanti Mediolanum (-4,99%), Bpm (-4,82%), Intesa SanPaolo (-3,73%). Fa meglio Madrid che ha terminato sulla parità (+0,09%), mentre hanno chiuso in rialzo frazionale Londra (+0,76%) Francoforte (+0,33%), Parigi (+0,14%). Anche l'Eurogruppo ha escluso che a Roma servano aiuti ma il vicepresidente della Bce, Victor Constancio ha ammesso che le turbolenze sui mercati delle ultime settimane sono dovute «a nuove inquietudini su Italia e Spagna, e non hanno niente a che vedere con la Grecia». Sempre dalla Bce non sono arrivati segnali rassicuranti:c'è «il potenziale aggravarsi della crisi del debito per i titoli sovrani». Concorda il vice ministro Vittorio Grilli: «La situazione resta difficilissima in Europa e quindi anche nel nostro Paese».