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Isegnali già ci sono con lo spread surriscaldato e quell'uscita infelice del ministro austriaco Maria Fekter che ieri ha ventilato l'ipotesi di un intervento europeo a stretto giro a favore dell'Italia. Così il premier Mario Monti è dovuto correre ai ripari. Prima ha rassicurato i mercati che l'Italia non è nelle condizioni di dover chiedere un sostegno all'Eurozona. «I commenti del ministro austriaco sono inappropriati» ha replicato lapidario. Poi ha convocato un vertice straordinario con i leader dei partiti che sostengono il governo tecnico, Alfano (Pdl), Bersani (Pd) e Casini (Udc). Monti ha parlato chiaro e usato anche parole forti: il momento è difficile ed è necessaria massima coesione nell'appoggio al governo. Basta liti, polemiche e distinguo tipo dobbiamo riflettere sulla fiducia. Così rischiate di fare il gioco di chi ci manda a fondo. Risultato: a breve potrebbe essere presentata in Parlamento una mozione unitaria di Pdl, Pd e Udc per dare un mandato forte al premier in vista del prossimo vertice europeo di fine giugno, come avvenuto lo scorso gennaio. La mozione potrebbe essere presentata in Aula già oggi quando Monti riferirà alla Camera, per chiedere all'Europa misure concrete contro la crisi e per fronteggiare la situazione d'emergenza. La mozione potrebbe essere messa ai voti. In una nota della Presidenza del Consiglio è stato spiegato che il premier «ha informato nel dettaglio sulla situazione economica e finanziaria in Europa, dell'atteggiamento che l'Italia assumerà nei prossimi appuntamenti con i capi di governo degli stati membri, e della necessità di coesione delle forze politiche nel sostegno all'azione di risanamento e di crescita condotta dal Governo». «I tre leader - si legge ancora - hanno confermato il pieno sostegno al Governo, anche sulla spending review». Dell'esito positivo dell'incontro, Monti ha poi informato il Presidente della Repubblica Napolitano, il Presidente del Senato Schifani e il Presidente della Camera Fini. Oggi Monti sarà a Berlino per ricevere un premio che gli verrà consegnato dal ministro delle Finanze Schauble. Sarà l'occasione per uno scambio di vedute con il ministro tedesco in vista dell'incontro a quattro (con Merkel, Hollande e Rajoy) fissato per il 22 giugno a Roma e per convincere la Germania che l'Italia non è un pericolo per la stabilità dell'Eurozona. In questa funzione ieri Monti ha anche rilasciato una intervista alla radio tedesca Ard che andrà in onda oggi, nella quale ha ribadito che «l'Italia non ha bisogno di essere rifornita dal fondo salva stati, nè adesso nè in futuro». Quanto agli Eurobond ha affermato che «è necessario il rigore per poterli introdurre». Ma soprattutto ha voluto rassicurare la Germania sulla serietà e sul rigore dell'attuale politica italiana economica e di bilancio. «In passato l'Italia può essere stata vista come un Paese indisciplinato ma ora è molto più rigoroso di altri». A spegnere il fuoco sui mercati è intervenuta anche Bruxelles che in modo ufficioso ha detto che non c'è un pericolo Italia. Monti dopo aver rispedito al mittente le illazioni sullo stato di salute del Paese si è tolto un paio di sassolini dalle scarpe. Primo che l'Unione Europea dovrebbe essere più veloce nell'affrontare la crisi; secondo che deve rafforzare il suo impegno nelle politiche della crescita. Poi ha sottolineato che «la disciplina del bilancio pubblico non può essere sostenuta nel lungo periodo se non è accompagnata da una crescita adeguata». Anche Napolitano, è intervenuto sul difficile momento economico sollecitando una maggiore coesione in Europa. Non possono essere solo due Paesi, Francia e Germania, a decidere anche se a loro «si associa, con rinnovato rispetto e considerazione, il governo italiano». Poi ha rimarcato l'importanza del consiglio europeo del 28 e 29 giugno che «dovrà essere di svolta, di impegno a difesa dell'Euro e di sostegno ai Paesi con i maggiori problemi di debito sovrano». Il Capo dello Stato ha quindi richiamato all'ordine le forze politiche e sindacati: «mi auguro che vadano avanti le riforme strutturali e le politiche di risanamento». Ma a introdurre nuovi elementi di incertezza contribuisce anche il Wall Street Journal, che parla di un presidente del Consiglio «per la prima volta sulla difensiva». Scrive il quotidiano finanziario: la luna di miele del premier Monti è finita. L'aura che lo ha circondato sta svanendo, con gli investitori e i parlamentari che guardano con occhio critico ai problemi irrisolti.

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