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Luigi Frasca Angela Merkel non ha alcuna intenzione di mollare la presa.

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Parlandoad un convegno nella sede centrale del suo partito, la Cdu, Merkel lancia avvertimenti che lasciano poco sperare in vista dei prossimi appuntamenti internazionali. Il primo è a quelli che pensano che sia giunta l'ora di allentare i cordoni della borsa. Niente da fare, per Angela sarebbe fatale interrompere il cammino di risanamento «proprio ora mentre alcuni Paesi hanno iniziato» il percorso, rimanendo a «metà strada». «Se si guarda con attenzione la situazione del debito tedesco - spiega - si nota che prima della crisi internazionale eravamo al 60% del Pil e ora siamo poco sopra all'80%. Significa che le risposte hanno avuto un prezzo. E non è che la Germania abbia detto che non si deve reagire. Ma non possiamo di nuovo rispondere, in un tempo successivo alla crisi, per la seconda volta di nuovo con il semplice indebitamento». Poi l'ennesima bocciatura per gli Eurobond: «È una discussione che ci porta assolutamente fuori strada». Insomma la linea non si cambia. E guai a chi pensa di gettare responsabilità sulle spalle della Germania: «Non è che non vogliamo essere solidali, ma la preoccupazione è per questa Europa, che possa continuare a essere un protagonista nel mondo. Siamo solidali, ma dobbiamo imparare dagli errori del passato». Quindi, dopo aver sottolineato che il prestito spagnolo riguarda il risanamento del sistema bancario e perciò avrà condizioni diverse da quelle poste per il salvataggio dell'economia di un Paese intero, lancia un appello ai governi europei che devono essere pronti a cedere competenze nazionali se vogliono un controllo internazionale del sistema bancario in Europa («Ma bisogna essere sicuri che il controllo sia obiettivo»). «Dopo la crisi finanziaria - ricorda - abbiamo creato un'istituzione europea, l'Eba, per rappresentare le authority di vigilanza nazionali. Poi è arrivato lo stress-test per le banche, condotto dalle authority nazionali, che hanno però capito male il proprio compito e tentato di minimizzare i problemi per questioni di orgoglio nazionale. Per questo prima che si concludesse la fase di ricapitalizzazione delle banche dopo lo stress-test dell'Eba, si è capito che il test spagnolo non Š stato stato condotto correttamente. Come si può avere fiducia in queste condizioni?» L'ultimo pensiero è, forse, per l'Italia: le riforme strutturali danno risultati estremamente positivi, «ma sappiamo che ci vuole tempo affinchè gli effetti si mostrino».

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