L'acqua di Acea
Ineffetti quanto accaduto nell'Aula Giulio Cesare, sede dell'Assemblea della Capitale, durante la votazione di una pregiudiziale sulla delibera che autorizza la vendita del 21% delle quote dell'Acea, l'azienda che fornisce acqua, luce e gas, ha dell'incredibile. Passi per l'occupazione del Consiglio comunale da parte di alcuni comitati, passi anche per qualche schiaffone o spintone tra consiglieri di opposti schieramenti in preda a una crisi di nervi, ma il furto o meglio la sparizione dei badge da utilizzare per la votazione elettronica, non si era davvero mai vista. Eppure è accaduto anche questo nella mattinata di "follia" consumata nell'Aula erede dell'antico Senato romano. Una vera e propria battaglia che lascia sul campo un ferito, il capogruppo capitolino del Pd, Umberto Marroni; più di una camicia strappata, come quella del presidente della Commissione sicurezza, Fabrizio Santori; microfoni rotti, come quello del presidente dell'Aula Pomarici, e soprattutto una storica gaffe agli occhi del mondo. Le "avvisaglie" c'erano già state giovedì, quando durante la presentazione della sospensiva, ovvero la richiesta di rinviare la votazione degli oltre 50mila ordini del giorno dell'opposizione a dopo l'approvazione della delibera stessa e soprattutto della manovra di bilancio previsionale, erano volate un paio di scrivanie. La sospensione per tre giornate al capogruppo de La Destra, Dario Rossin e di Roma in Action, Andrea Alzetta, sembrava aver rasserenato il clima sul colle capitolino. Così, evidentemente non è stato. Dai cori dei comitati di lotta per l'acqua pubblica alle mani il passo è stato breve. La tensione del resto era già nell'aria, quando all'apertura dei lavori era stata data lettura del parere del Segretario Generale del Campidoglio: la proposta di sospensiva doveva essere votata dall'Aula. Una vittoria, secondo il Pdl, una sconfitta per le opposizioni che già di prima mattina interpretavano alla Ponzio Pilato il parere del segretario. Poi la votazione e la rissa. Secondo il Pdl l'offensiva premeditata è venuta dagli «intrusi» nell'Aula, per il Pd invece, è stato il Pdl a sferrare l'attacco «squadrista». Una battaglia che dall'Aula si è subito spostata in conferenza stampa, indetta rispettivamente dal capogruppo Pd, Umberto Marroni (ferito a una mano) e dal capogruppo Pdl, Luca Gramazio. Poi agli insulti, spintoni e schiaffoni si sono sostituiti messaggi e video sul web. Tutti a mostrare la propria versione dei fatti. Si dice «sconvolto» il consigliere di lungo corso dell'Udc, Francesco Smedile, che afferma di aver difeso una donna dallo "sgambetto" del capo segreteria del sindaco.Una pagina brutta quella scritta nel cuore istituzionale della Capitale. Talmente brutta da coinvolgere istituzioni più alte. I segretari dei partiti, anzitutto. «Gravissimo il comportamento del Pd che, dopo avere tentato di impedire il voto del Consiglio Comunale, ha provato a rovesciare la realtà - ha detto Angelino Alfano - addebitando al Pdl le proprie gravissime responsabilità. La maggioranza, infatti, con grande senso di responsabilità, è andata avanti fino a garantire il voto, nonostante la tensione causata dall'opposizione fosse sfociata in gesti di vera e propria violenza . Per non parlare, inoltre, dei circa 160 mila emendamenti e ordini del giorno, presentati dal Pd al solo scopo di fare ostruzionismo». Non si attende il commento di Pierluigi Bersani. «Il centrodestra sta trasformando il dibattito in Campidoglio sull'Acea in una "rissa" - ha ricordato il segretario Pd - dal Consiglio comunale di Roma arrivano notizie impressionanti e credo sia il caso di stigmatizzare il comportamento della destra». Il «bue che dà del cornuto all'asino», replica il capogruppo dei Deputati Pdl, Fabrizio Cicchitto. Sulla vicenda anche i coordinatori regionali: per Vincenzo Piso (Pdl), «la sinistra ha tenuto un atteggiamento vergognoso, indegno anche di un centro sociale», Enrico Gasbarra (Pd) ammonisce «l'aula non è un ring, il Pdl chieda scusa ai romani». Alla fine il sindaco Alemanno, che su questa lunga e complessa vicenda ha messo la faccia, torna per la quarta volta a lanciare un appello alla calma «a tutte le forze politiche presenti in aula, a cercare di rappresentare in maniera civile le rispettive posizioni, a non bloccare la vita di Roma Capitale. Sono sconcertato dalla gravità degli incidenti e credo che la responsabilità vada attribuita a chi ha cercato di impedire la votazione. Non si possono confondere le parti, c'è chi ha aggredito per evitare una votazione in aula e chi ha subito questa aggressione». Poi, uscendo da un vertice a Palazzo Chigi la notizia: «Il varo dei fondi immobiliari ci consente di avere nella Cassa Depositi e Prestiti un interlocutore fondamentale per la privatizzazione di Acea. Questo fa sì che la Cassa Depositi e Prestiti potrà diventare l'acquirente del 21% che stiamo privatizzando». Tanto rumore per nulla?