Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Il Pdl è pronto a dare battaglia sul fronte giustizia.

default_image

  • a
  • a
  • a

Anchese, riferiscono fonti pidielline, la fiducia non soddisfa molti parlamentari, l'importante è che non si vada a modificare il testo così come uscito dalla commissione. Altrimenti, è l'avvertimento che parte da via dell'Umiltà, «l'intero accordo faticosamente raggiunto salterebbe in un attimo». Quanto al Senato, invece, il Pdl si appresta a dar battaglia sull'emendamento firmato Gianluca Pini che ha introdotto la responsabilità civile dei magistrati. Da sempre il Pdl ha fissato i suoi paletti: la norma deve restare così come è stata votata dalla Camera. Il Guardasigilli sarebbe orientato a modificare il testo in modo da cambiare la responsabilità da diretta a indiretta. Ma il partito di via dell'Umiltà non ci sta. E ier, riferiscono fonti parlamentari pidielline, lo stesso segretario Alfano ha fatto il punto sui prossimi provvedimenti all'esame del Parlamento dettando la linea: sì alla fiducia sull'anticorruzione se il testo non viene cambiato; nessun passo indietro sulla responsabilità civile delle toghe. Il Pdl, inoltre, punterà i piedi anche sulla ratifica del fiscal compact. Da giorni nel partito si sono levate voci critiche e il capogruppo al Senato, Maurizio Gasparri, aveva sollevato forti perplessità. Del resto, fanno osservare le stesse fonti, all'ultimo ufficio di presidenza del partito, venerdì scorso, si è deciso e scritto nero su bianco in un documento, che il Pdl non sarà supino nei confronti del governo e darà il suo voto solo ai provvedimenti che non danneggiano il Paese. Ma non è tutto. Molte novità sono contenute negli emendamenti del Pdl al provvedimento che sarà discusso da oggi a palazzo Madama. Il partito di via dell'Umiltà, che aveva annunciato già la settimana scorsa le sue proposte di modifica, ieri ha annunciato una novità dell'ultima ora aggiungendo un sesto emendamento ai cinque già noti: per «garantire l'equilibrio» ed «evitare il conflitto di poteri», è previsto che il Capo dello stato non sarà più il presidente del Consiglio Superiore della magistratura, che sarà presieduto invece dal primo presidente della Corte di cassazione. Del Csm, si legge nell'emendamento del Pdl farà parte di diritto anche il procuratore generale presso la Corte di cassazione. Inevitabili le tensioni. Era stato proprio il vicepresidente del Csm, Michele Vietti, a richiamare le forze politiche: «La corruzione continua ad essere di estrema attualità. Secondo la Corte dei Conti il giro di affari del sistema corruttivo si aggirerebbe sui 60 miliardi. Ma il dato più negativo è che questo sarebbe pari alla metà del giro d'affari europeo il che ci mette in una condizione di grave imbarazzo». Vietti s'è detto preoccupato che il braccio di ferro tra «due importanti forze politiche che sostengono entrambe il governo», il Pd e il Pdl, porti a una situazione senza uscita. Vietti si è appellato al Parlamento: «Mi auguro che la saggezza prevalga alla fine e che si trovi l'intesa. Il governo in questo momento critico di crisi economica, non può assolutamente rischiare il naufragio. Mi aspetto che sul disegno di legge anticorruzione il Parlamento dia prova di maturita». Ma non sarà semplice trovare la «quadra». Nel vertice di ieri, il segretario del partito, Alfano, è stato chiaro: nessuna concessione a un testo che non prevede la responsabilità civile delle toghe.A. D. M.

Dai blog