Visco: l'emergenza non è ancora finita
Pressing Il Governatore chiede riforme strutturali Passera: presto il decreto sviluppo, ci metto la faccia
Leriforme strutturali, se viste in un quadro di strategia complessiva, possono fornire le basi per rafforzare la fiducia nel nostro potenziale per sostenere la crescita economica». Il Governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, torna a insistere sulla necessità di mantenere la guardia alzata ma anche di concentrarsi sulla crescita. Parlando al Workshop del Consiglio per le relazioni Italia-Usa a Venezia, Visco sottolinea che le previsioni economiche e le condizioni dei mercati finanziari «sono scoraggianti» e domina ancora una «grande incertezza». Permane ancora il pericolo di «un ulteriore rallentamento economico». Poi chiede al governo di insistere nella battaglia contro elusione ed evasione fiscale. «Preservare e sostenere la responsabiltà fiscale è essenziale - ha osservato - anche a costo di difficoltà di breve termine». Quindi sollecita la «rimozione degli ostacoli all'attività economica. Il che significa «eliminare le eccessive restrizioni alla competizione di mercato». Questo riguarda anche il settore pubblico che «richiede radicali modernizzazioni basate sulla valutazione delle performance delle singole unità e sulla loro riorganizzazione». Tra gli altri ostacoli secondo il Governatore di Bankitalia vi è «la natura frammentata dell'industria italiana, le incertezze riguardanti l'applicazione di contratti, dovute anche alla lentezza della giustizia civile, la corruzione e l'inefficienza del settore pubblico che stanno costando un dazio agli investimenti stranieri in Italia». Pertanto «la lotta contro la corruzione e il crimine deve essere in cima all'agenda, anche per minimizzare i costi che questi due fattori impongono all'economia, poichè certamente formano un significativo ostacolo all'allocazione efficiente delle risorse». Per il governatore di Banca d'Italia «il debito pubblico, oggi pari al 120 per cento del Pil, dovrebbe iniziare a ridursi nel 2013». Poi sollecita unità di azione in Europa e mette in guardia dal pericolo di fratture e contrasti. «In assenza di una politica unica a livello europeo le vulnerabilità di ciascun Paese sarebbero amplificate. Senza il disegno e l'implementazione di appropriate misure di governance, l'unione monetaria è difficile da sostenere». E sul tema della crescita torna anche il ministro dello Sviluppo Economico. Passera che nell'ultimo Consiglio dei ministri avrebbe avuto uno scambio di opinioni vivace con il Ragioniere dello Stato proprio sui fondi da destinare alle misure per far ripartire l'economia, ieri parlando al convegno dei giovani di Confindustria, ha garantito che «il decreto sullo sviluppo si farà e anche presto: su questo ci mettiamo, ci metto la faccia». Passera ha quindi assicurato l'impegno suo e del governo nel portare «a casa», «fino in fondo» le misure per la crescita del Paese, che «l'economia si aspetta». E sulle risorse per coprire il provvedimento garantisce che «dobbiamo trovarle insieme» alla Ragioneria generale dello Stato. Il dl arriverà «molto a breve» in Consiglio dei ministri (dipende dal «calendario del Cdm»), dice il ministro. Il governo «sta lavorando» e andando avanti secondo il programma stabilito. Poi Passera smentisce nel modo più categorico le voci di dimissioni («Neanche a parlarne»). Nel governo, afferma, «c'è lo spirito di lavorare insieme malgrado ovvie difficoltà e a a volte divergenze di opinione». Passera comunque sottolinea che «tutto sta arrivando a completamento» e questo avverrà «entro l'estate». Certo non può essere abbandonato «l'impegno» al rigore sui conti pubblici: «Un obiettivo a cui non possiamo rinunciare». Le risorse «dovremo trovarle in maniera intelligente. Devono venire dalla spending review» e questo «vuol dire che dobbiamo avere il coraggio anche delle cose grandi, al di là dei piccoli aggiustamenti». E proprio a proposito della revisione della spesa, «molte entità che oggi ci sono nel pubblico vanno tagliate. Molte sono nel corso di» essere fatte. «È chiaro che si devono toccare moltissimi interessi ma vanno affrontati - dice Passera - con la stessa energia con cui abbiamo toccato le pensioni». Poi ci sono «grappoli di partecipazioni» che «dobbiamo andare a prendere. Certo ci vuole più tempo di quanto ne ha un governo come il nostro, ma possiamo avviarlo». Sul fisco, Passera riconosce che «gli onesti che pagano, pagano troppo», ma «l'obiettivo di ridurre l'imposizione sulle imprese e sui privati passa attraverso la riduzione di un'area ancora vastissima di evasione». Guardando al quadro italiano, per Passera la situazione «non è più quella emergenziale della fine dell'anno scorso, ma è sicuramente molto critica» («Dobbiamo continuare a ragionare in termini emergenziali», sottolineando l'impatto negativo «dell'elemento imprevedibile del terremoto». Un segnale di fiducia, infine, sul fronte europeo: «Sono abbastanza pronto a scommettere che tutti i Paesi dell'euro resteranno nell'euro. Tutti abbiamo capito che nessuno si salva da solo».