Squinzi: bisogna avere il coraggio di decisioni impopolari
Doveper la politica sono ospiti Angelino Alfano, Pier Ferdinando Casini, Enrico Letta. Serve buona politica, anche come «arte di governare», con il «coraggio» di assumersi la responsabilità di scelte «dolorose», «impopolari», chiede il presidente di Confindustria, che paragona la guida di un Paese all'esperienza quotidiana di chi dirige una azienda. Esempio da seguire oggi che, avverte, siamo al bivio tra «un lento ma inesorabile declino o un nuovo rinascimento come nel dopoguerra»; e «dobbiamo uscire dalla cultura prevalente nel nostro Paese del dire rispetto al fare, della parola rispetto al risultato». Il presidente degli industriali under-40, Jacopo Morelli, è duro nel chiedere rinnovamento alla classe politica che, dice, mostra «un tasso di preparazione imbarazzante»: tra i politici non mancano «ignoranti nel senso tecnico del termine, che non hanno il senso della realtà, neanche hanno fatto le scuole: non conoscono la storia patria. Vi chiediamo - dice Morelli ai leader politici presenti in sala - grossa capacità di selezione». Fenomeni come il grillismo? «Di tribuni non abbiamo bisogno, ma abbiamo bisogno di classi dirigenti preparate», aggiunge il leader degli imprenditori under-40, che ai politici presenti chiede anche di far presto con la nuova legge elettorale. Un lungo applauso per Emma Marcegaglia alla sua prima presenza come ex presidente ad una convention di Viale dell'Astronomia. La platea dei giovani industriali le riconosce «il ruolo essenziale svolto per il Paese e per Confindustria, per la grande passione, lo spirito di sacrificio», come sottolinea Morelli. E la past president confessa l'emozione in un breve saluto. Squinzi ha rinunciato al tradizionale intervento di chiusura, bloccato dalla coincidenza di altri impegni in agenda nel rodaggio dei primi giorni da nuovo presidente degli industriali. Parla in videoconferenza per pochi minuti: «La politica è l'arte di governare. E se noi vogliamo vivere in un consesso civile degno di tale nome - dice - abbiamo bisogno della buona politica, che costruisca buone regole e le faccia rispettare». Il messaggio lanciato a governo e politica è nel paragone tra chi guida una azienda e chi guida un Paese. «Siamo chiamati scelte a volte dolorose, comunque sempre difficili. Dalle nostre decisioni scaturisce il futuro delle nostre imprese e di tutto il tessuto sociale ed economico del Paese. E gestire un Paese ha molti punti di contatto con la nostra quotidianità», rileva il leader degli industriali. Bisogna «governare e decidere. Ci sono due modi di governare un Paese, una Regione, un Comune: uno esplicita il coraggio di assumersi le proprie responsabilità e di decidere anche con scelte impopolari, l'altro la scelta di non decidere rimandando la soluzione dei problemi».