Allarme nuove scosse L'allerta non scende e i sindaci alzano la voce

Scatenandola rabbia dei sindaci: «Così si diffonde soltanto il panico». E costringendo il governatore Vasco Errani a intervenire per frenare l'allarmismo: «È solo un dato statistico». Ma intanto scattano le misure di sicurezza: trecento vigili del fuoco in arrivo e un nuovo contingente dell'Esercito per aumentare i presidi nelle zone rosse dei centri abitati. La notizia del rafforzamento dei controlli viene diramata dopo un vertice convocato ieri in Regione a cui hanno partecipato il presidente Errani, il capo della Protezione civile Franco Gabrielli, il suo braccio destro emiliano Demetrio Egidi, i presidenti delle Province e i sindaci dei Comuni colpiti. Il documento della Commissione, in cui si dice che se ci sarà una nuova scossa «è significativa la probabilità che si attivi nel segmento tra Finale Emilia e Ferrara», viene reso noto a Roma e viene anche discusso nel summit operativo di viale Aldo Moro. «La nostra comunicazione vuole essere un'esortazione alla messa in sicurezza degli edifici». Sono le parole con cui il presidente della Commissione Grandi Rischi, Luciano Maiani, ha cercato oggi di chiarire il senso dell'allarme diramato ieri. Per Maiani «è importante che non cali l'allerta». «Non possiamo sapere con precisione quando verranno nuove scosse – ha aggiunto Cota – potrebbero anche verificarsi a distanza di qualche mese o di qualche anno. Bene ha fatto perciò il Governo a estendere l'emergenza per un anno, per permettere la messa in sicurezza degli edifici, che è il punto che più influenza una efficace azione di prevenzione». E il presidente della regione Piemonte Roberto Cota annuncia con un post pubblicato sulla propria pagina Facebook che è sua intenzione effettuare controlli sugli edifici scolastici per accertarne la qualità. «Bisogna difendere il territorio e la sua sicurezza – scrive Cota – Questa è la risposta da dare di fronte ai disastri naturali. Nei prossimi giorni voglio che la Regione organizzi i controlli sulla qualità della nostra edilizia scolastica, che è già comunque certificata ai primissimi posti. Ci sono delle precise competenze dello Stato – continua nel suo post Cota – Con una legge regionale possiamo intervenire nei limiti delle nostre attribuzioni». Intanto l'altra notte una nuova scossa di magnitudo 4,5 si è registrata in Veneto. Nessun danno ma solo paura, alimentata anche da quanto successo in Emilia Romagna. «Non ci sono stati danni, giusto qualche comignolo è caduto», spiegano dalla Protezione Civile regionale. La scossa, a cavallo fra le province di Belluno, Treviso e Pordenone, ha avuto l'epicentro a circa 6 chilometri da Chies d'Alpago, in una zona a «sismicità due», dove però non sono usuali terremoti di questa intensità. Anche in Friuli Venezia Giulia, al momento, non risultano danni. Gli hotel di Ferrara hanno registrato la cancellazione di oltre il 50% delle prenotazioni. Azzerate quelle nuove. Lo spiega l'assessore alla cultura Massimo Maisto. «Le disdette erano iniziate con la prima scossa, poi sono aumentate col terremoto del 29. La comunicazione della Commissione Grandi rischi ha fatto il resto». Perché Ferrara aveva reagito al sisma («venerdì riapre il Castello Estense»), ma «di fronte alla bomba mediatica si può far poco», commenta l'assessore. Nelle tre regioni colpite dal sisma, Emilia Romagna, Lombardia e Veneto, sono 16.425 le persone assistite dal Sistema nazionale della protezione civile. Lo scrive, in una nota, il dipartimento. Persone, continua la nota, suddivise in 44 campi di accoglienza, 62 strutture al coperto (scuole, palestre e caserme, vagoni letto offerti da Ferrovie dello Stato e Genio Ferrovieri) e negli alberghi che hanno offerto la loro disponibilità grazie alla convenzione siglata con Federalberghi e Assohotel. In Emilia Romagna i cittadini assistiti sono 14.804. Nello specifico, 9.926 sono ospitati nei 34 campi tende, 2.566 nelle 47 strutture al coperto e 2.312 in albergo. «Proseguono, intanto, i sopralluoghi svolti da squadre di rilevatori in edifici pubblici e privati, le strutture già controllate sono 4.030. Di questi, 1.582 sono state classificate agibili, 683 temporaneamente inagibili, 235 parzialmente inagibili, 75 temporaneamente inagibili da rivedere con approfondimenti e 1.455 inagibili». Il vicepresidente della Commissione europea Antonio Tajani ha annunciato ieri a Istanbul l'imminente avvio di un progetto Ue sugli standard antisismici, per promuovere le tecnologie dell'edilizia sicura nelle zone ad alto rischio. «Il terremoto in Emilia, ha detto Tajani, ha riportato d'attualità il tema di un'edilizia sicura, conforme ai più moderni standard antisismici». La Commissione, ha annunciato, oltre al progetto sugli standard antisismici che sarà lanciato a breve e prevede anche di dare mandato al Comitato Ue.