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Morelli: ogni giorno chiudono 42 aziende

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Eavvertono: «la disoccupazione cresce, le imprese falliscono, c'è tensione sociale», «42 aziende al giorno chiudono»; così l'Italia, dice il leader degli imprenditori under-40, Jacopo Morelli, è «ai limiti della frustrazione», e «la protesta civile rischia di esondare in rivoli minacciosi e inaccettabili». L'Italia, dice il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, «ha un bisogno straordinario di fare, con intelligenza, buonsenso e determinazione. Il tempo delle analisi, delle riflessioni è inevitabilmente scaduto. Il tempo del fare è già partito», e bisogna «agganciarlo». Alle parole del giorno prima del premier Mario Monti (governo «abbandonato» dai poteri forti, da Confindustria) il leader degli industriali risponde ribadendo la posizione di via dell'Astronomia. «Il momento è così difficile, abbiamo talmente tante preoccupazioni che assolutamente non mi sembra sia il momento di fare polemiche», sottolinea. Nessuna rottura con il governo, non mancherà mai il sostegno quando l'esecutivo si muoverà sulla linea auspicata dagli industriali: «Noi sosterremo tutto quello che il governo farà nella direzione giusta di ritrovare lo sviluppo». Resta forte l'invito di passare dal rigore alla crescita, nel giorno in cui si temono ostacoli e ritardi sul fronte dell'atteso Decreto Sviluppo. Lo scenario di una crisi che preoccupa si impone alla convention annuale dei giovani industriali. Dove il messaggio che arriva dal Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, sottolinea «la drammatica diffusione della disoccupazione, specie giovanile, e la perdita di un prezioso patrimonio di risorse e capacità umane». Parole chiare arrivano anche dal viceministro dell'Economia, Vittorio Grilli, sul palco di Santa Margherita: «La situazione era gravissima e continua ad essere grave. Non possiamo continuare a ragionare in termini usuali, dobbiamo continuare a ragionare in termini emergenziali». Nell'intervento del leader dei giovani imprenditori, Jacopo Morelli, anche un forte monito alla politica: «I partiti sono in difficoltà e speriamo riflettano sugli errori fattì, dice alla platea di industriali under-40. «Il primo passo è una nuova legge elettorale», è necessario superare «lo scollamento tra eletti e elettori». I nuovi scenari della politica italiana? «Come giovani ci preoccupa la demagogia. I problemi da risolvere non ammettono la scorciatoia dell'urlo e dell'invettiva. Non servono tribuni ma prospettive serie». I giovani di Confindustria vivono «in prima linea» la crisi nel nostro Paese.

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