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Democratici rifiuti: «Il presidenzialismo? Non ora»

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Ilsegretario del Pd ha rotto gli indugi e ha dato l'annuncio ieri in direzione davanti ad uno dei suoi possibili avversari, Matteo Renzi. Ma se il sindaco di Firenze scalda i motori, avanza dubbi Antonio Di Pietro, al quale però il Pd non è più disposto a fare sconti. «Decida se insultarci o fare l'accordo», è l'aut aut di Bersani che lo accusa di essere talvolta peggio di Beppe Grillo. La road map, indicata fino alle elezioni del 2013 e votata all'unanimità in direzione, è il frutto della mediazione raggiunta in questi giorni tra il segretario e i vari big, da Massimo D'Alema a Enrico Letta e Dario Franceschini, che lo invitavano a maggiore cautela in attesa di capire come finirà la partita sulla riforma elettorale. Ma per Bersani è tempo di muoversi e non di aspettare le scelte di eventuali alleati e nuove emorragie di voti. E, dando il via libera alle primarie, oltre a spuntare le armi di chi, come Renzi e i prodiani, lo accusa di poco coraggio, punta a riavvicinare i cittadini ed immettere energie nuove. Ma il vincolo per un centrosinistra di governo e per evitare «ammucchiate» sarà un «patto di governabilità» che significa che «in caso di controversie si decide a maggioranza». Da questo nucleo si partirà per cercare di stringere un «patto di legislatura» con i centristi. Se lo schema delle alleanze resta invariato, è vero che molto dipenderà dalla riforma elettorale. E la determinazione di Bersani per cercare in tre settimane un accordo con il Pdl, rinviando il semipresidenzialismo ad una riforma più complessiva nella prossima legislatura, è il passaggio che mette tutti d'accordo nel partito.

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