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«In gioco la dignità della Repubblica»

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Forza Latorre e Girone ringraziano gli italiani e sperano in una rapida soluzione della vicenda

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Losguardo fiero hanno dimostrato al mondo la stoffa di questi due fucilieri delSan Marco da oltre cento giorni trattenuti inIndia. Accuse pesanti: dall'omicidio all'associazione a delinquere. Reati da criminali incalliti per due soldati in servizio di protezione anti pirateria su una nave cargo italiana in base a una risoluzione internazionale. Da mesi sballotatati da un'aula di tribunale all'altra. Rinvii infiniti.Speranze e delusioni. Ma Massimiliano Latorre e Salvatore Girone non hanno mai mostrato il fianco alla critica. Sono due coraggiosi. E lo dimostrano ancora una volta, dopo essere tornati finalemnte liberi, ma semrpe bloccati in terra straniera, con la loro lettera al capo diStato amggiore della Marina. Il loro comandante. Un messaggio al loro ammiraglio, ai loro colleghi, alla famiglia. Un messaggio forte all'Italia. Parole gravi ma che si possono solo condividere. «Affrontiamo questa difficile situazione che non coinvolge solo noi come individui e militari, bensì anche la stessa dignità della nostra Repubblica democratica e sovrana». È quanto hanno scritto Massimiliano Latorre e Salvatore Girone nella lettera inviata al Capo di Stato Maggiore della Marina Militare Luigi Binelli Mantelli, in occasione del 151esimo anniversario della forza armata. I due fucilieri del Reggimento San Marco sono tutt'ora in India in attesa degli sviluppi della vicenda giudiziaria. «Noi, Massimiliano e Salvatore, con un semplice messaggio partecipiamo all'importante e sentita ricorrenza dell'impresa di Premuda, festa della nostra Forza Armata», hanno scritto Latorre e Girone, che hanno voluto cogliere l'occasione «per rivolgere al Popolo Italiano, al personale delle Forze Armate, a tutti i colleghi della grande famiglia marinara, un sincero ringraziamento per il forte e costante solidale sostegno». «In qualità di Marinai, forgiati nei ranghi del Reggimento San Marco e legati alle nostre più profonde tradizioni, tramandate dai nostri predecessori, rendendoci fieri ed orgogliosi, affrontiamo questa difficile situazione che non coinvolge solo noi come individui e militari, bensì anche la stessa dignità della nostra Repubblica democratica e sovrana», hanno aggiunto i due fucilieri del Reggimento San Marco, rilasciati su cauzione dopo circa tre mesi di detenzione in India e in attesa dello svolgimento del processo. Latorre e Girone sono accusati dell'omicidio di due pescatori indiani, il 15 febbraio scorso, mentre erano impegnati in attività antipirateria sul mercantile italiano Enrica Lexie. «In questo periodo molteplici Associazioni d'Arma e Combattentistiche ci dimostrano vicinanza e solidale affetto, organizzando tante attività sociali a nostro supporto ed inviandoci numerose lettere: i vostri gesti sostengono il nostro spirito, rafforzano la nostra italianità ed orgoglio nazionale. In virtù di questo, vi porgiamo un caloroso "Grazie". L'impegno delle autorità italiane, civili e militari, è forte ed assiduo, in Italia ed in India, per la risoluzione di questa vicenda che mette in difficoltà due grandi paesi, da sempre fautori della pace nel mondo - concludono Latorre e Girone -. Con il sostegno dei cappellani militari, giunti sin qui, grazie alla volontà dell'Ordinario Militare monsignor Pelvi, ci affidiamo alla preghiera. Auspichiamo una rapida risoluzione di questa incresciosa vicenda, affinchè, in un tempo non troppo lontano, potremo ritornare nella nostra amata Patria, riabbracciare le nostre famiglie e tutti quanti voi». Forza e tanto coraggio da infoderlo alle loro famiglie e a tutti noi. È l'Italia che non si arrende e lotta. Con dignità e senza strepiti. Soprattutto senza cercare telecamere e microfoni. Oggi la Marina festeggerà la sua festa con il pesniero rivolto a Kochi e ai due fucilieri Latorre e Girone. A Venezia in Piazza San Marco per il 151/o anniversario della Marina Militare, tutti i militari schierati appunteranno sull'uniforme un fiocchetto giallo in segno di solidarietà con i marò. Lo ha annunciato il contrammiraglio Maurizio Ertreo, direttore delle cerimonie, prevedendo che anche molte persone in borghese aderiranno all'iniziativa del «yellow ribbon», nata dall'ufficio stampa della Marina, riprendendo una tradizione degli antichi Romani, per ricordare alla comunità chi era in guerra, già rispolverata in occasione della guerra del Vietnam. «È un segno concreto di vicinanza - ha spiegato Ertreo - di tante persone a questi due nostri colleghi e amici. Noi saremo in Piazza per celebrare tutti i marinai italiani, di ieri e di oggi, e non possiamo dimenticare quelli attualmente lontani dalle loro famiglie, particolarmente quelli che vorrebbero essere a casa e non possono. In particolare, questi due nostri colleghi non saranno fisicamente presenti in piazza San Marco, ma sicuramente lo saranno nel cuore di tutti noi. E sono convinto che anche il capo di Stato maggiore della Marina, che ci rappresenta tutti, conoscendone la sensibilità e l'attenzione, non ho nessun dubbio che dedicherà uno spazio nel suo discorso per ricordarci questa vicenda, nell'attesa che si risolva».

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