Il governo Monti non sembra in grado di far fronte ai «crescenti» problemi dell'Italia.
Sonolontani i tempi in cui il più importante quotidiano finanziario del mondo anglosassone celebrava il passaggio da Berlusconi ai professori con toni entusiastici. «Gente seria», la definiva, in contrapposizione al «cabaret» del Cavaliere. Non solo. La prima valutazione del Financial Times sulle misure decise dal governo Monti fu piuttosto lusinghiera: «L'Europa poggia sulle spalle di Monti» titolava un articolo che riconosceva la sterzata del professore e il suo buon lavoro per rilanciare l'Italia. E se il quotidiano decretava che tra i leader europei la più potente fosse Angela Merkel, tuttavia definiva il Professore «interessante». E in ascesa, grazie anche alla sua esperienza nell'Ue e alle prime mosse giocate al governo.. Tutto finito, improvvisamente ma non immotivatamente. Anzi. Il quotidiano londinese ha cambiato registro e ieri ha scritto che il premier non sta ottenendo i risultati sperati. Tra le cause, sostiene il giornale, «un governo litigioso, una burocrazia inestirpabile e un primo ministro concentrato sull'arena internazionale» piuttosto che sul fronte interno. Punto di partenza dell'analisi di Guy Dinmore lo scontro, l'altroieri, all'interno del governo tra il ministro dell'Industria Passera e i suoi colleghi di governo sul pacchetto di misure per lo sviluppo. Il quotidiano cita un funzionario governativo che, sotto anonimato, palesa i suoi timori: «Ho paura che si stia entrando nella fase tre della vita dell'esecutivo, quella delle recriminazioni, dopo un iniziale luna di miele e il successivo ritorno alla vita vera». Il Financial Times cita anche un «consulente» del governo. L'Italia, dice il collaboratore dell'esecutivo, «è nelle mani di burocrati che combattono il cambiamento e di un primo ministro che non si decide a fare i passi decisivi». Il risultato non potrebbe non essere «un'occasione persa», quella «di fare le riforme che sarebbero state necessarie dopo la fine del governo Berlusconi». Del resto, conclude il Financial Times, anche «il destino» sembra giocare contro l'Italia: il quotidiano della city menziona il terremoto che ha colpito l'Emilia. Ma ieri il quotidiano finanziario si è occupato anche d'Europa. Sostiene che l'Ue valuta un salvataggio «limitato» della Spagna, in base al quale potrebbe offrire aiuti mirati al settore finanziario, imponendo però solo poche condizioni a Madrid. Il Financial Times cita alcune fonti, secondo le quali il piano prevederebbe meno misure di austerity rispetto a quelle gia accordate e ai salvataggi di Grecia, Portogallo e Irlanda e potrebbe anche non includere una stretta supervisione da parte dei creditori internazionali. Mentre il Financial Times tedesco difende la Germania dal presunto attacco dell'asse Francia-Italia: «Hollande e Monti intimidiscono la Germania» lancia l'allarme il quotidiano. Secondo il giornale in versione Deutschland, «Italia e Francia fanno guerra al risparmio» e «le loro idee cementano vecchi problemi». Hollande e Monti «fanno un errore», scrive il quotidiano, «cercano di estorcere concessioni ad Angela Merkel attraverso la tattica dell'isolamento. Ma tormentare il componente più ricco della famiglia mentre si ha bisogno di favori finanziari, non è intelligente» è la stoccata del giornale. Secondo il Ftd il nuovo presidente francese dovrebbe invece «imparare» dal predecessore Nicolas Sarkozy che ha ottenuto «significative concessioni, come la presidenza italiana alla Bce e e il sostegno per il fondo salvastati EFSF». Nell'articolo si ribadisce poi che eurobond e finanziamento diretto delle banche non sono strumenti possibili.