La Gran Bretagna onora la sua regina
Un milione e 200mila sudditi sul percorso Mille navi sul fiume con musiche e canti
Solida.In piedi, nonostante il freddo e la pioggia per le oltre tre ore del viaggio lungo il fiume, dal ponte di Battersea al Tower Bridge che si è alzato in segno di saluto. E, secondo i sudditi interpellati ieri dal Sunday Telegraph, Elisabetta è «la più grande di sempre»: meglio di Vittoria e della prima Elisabetta, altre due donne, e di gran lunga meglio di altri re della storia, Enrico VIII, Enrico V. Si è tratto di una parata spettacolare, mai vista negli ultimi 350 anni. La grande regata tenutasi ieri sul Tamigi per festeggiare i 60 anni sul trono di Elisabetta II - ispirata a un dipinto di Canaletto alla National Gallery - è stata una rivisitazione in chiave moderna degli antichi sfarzi. La pioggia e il freddo non hanno fermato un milione e duecentomila sudditi (e un migliaio di contestatori repubblicani) si sono accampati, alcuni fin dalla notte, sulle rive del fiume per vedere sfilare le mille navi della parata e salutare la sovrana. E mentre la regina accennava persino un passo di danza sotto la tettoia della sua chiatta, i sudditi a sera hanno cantato a squarciagola i suo onore. La sovrana è stata protagonista assoluta della giornata: neppure l'amatissima Kate - in un abito rosso di Alexander McQueen, cappello di Sylvia Fletcher - è riuscita a rubarle la scena. Durante l'intera durata dell'evento, Elisabetta, 86 anni e il principe Filippo, 90, si sono dimostrati infaticabili. Nonostante ci fossero due «troni» pronti per loro sulla loro chiatta, la «Spirit of Chartwell», loro sono sempre stati in piedi, dividendo con i sudditi le gioie e i dolori (pioggia inclusa) della giornata. Al punto da dare conferma ad un altro sondaggio pubblicato proprio oggi dal Sunday Times: la famiglia reale, secondo il 35% britannici, capisce meglio dei politici le ansie e le difficoltà quotidiane del Regno alle prese con l'austerity. Perfetta l'organizzazione, curata da un maestro delle cerimonie, Adrian Evans, con un passato nel circo sperimentale e una passione evidente per la teatralità: il risultato si è visto, a cominciare dalla vecchia locomotiva a vapore che dal ponte di Battersea ha salutato con fischi e fumo la partenza di Elisabetta e famiglia a bordo della loro «Royal barge», Evans ha garantito a tutti un grande spettacolo, che ha raccolto in sè pompa e storia, colore e curiosi «quadretti». Come, ad esempio, la regina che chiacchiera amabilmente con Camilla - chi l'avrebbe detto un decennio fa? - e che, in un momento di rara spontaneità, commenta sorridente il «saluto» fattole dal tetto del National Theatre dal cavallo della produzione teatrale di «War Horse», il romanzo di Michael Morpurgo adattato per il grande schermo da Steven Spielberg. L'evento ha preso via via un carattere sempre più musicale: la London Symphony Orchestra ha suonato «Goldfinger» mentre la loro nave passava davanti ai quartieri generali dei servizi segreti. Un altro momento di grande effetto è stato il passaggio della chiatta reale sotto il Tower Bridge: il ponte si è aperto per far passare la regina mentre da una nave che la precedeva i musicisti della Academy for Ancient Music suonavano «Musica sull'Acqu» di Hendel e i marinai della Hms Belfast, ancorata nelle vicinanze, le facevano il saluto militare. In abito bianco tempestato di cristalli Swarovski disegnato dalla sua sarta personale Angela Kelly, la regina Elisabetta ha, poi, assistito al resto della parata sempre sulla sua chiatta, ma dalla riva sino al gran finale, con i fuochi d'artificio. Con i sudditi felici per una festa riuscitissima, dalla quale cercherà in qualche modo di trarre profitto, in termini d'immagine, David Cameron.