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Il Cav prova a ricucire il Pdl

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Nuovo appello di Berlusconi: «Fiducia ai nostri dirigenti» Ma i falchi pressano: togliere il sostegno a questo governo

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IeriSilvio Berlusconi è tornato a far sentire la propria voce. Stavolta non si trattava di riforme o «pazze idee» sull'euro, ma solo di unità del partito. «Non posso condividere le analisi distruttive sul Popolo della Libertà - ha scritto in una nota - il Corriere della sera ha attaccato il gruppo dirigente perché non sa staccarsi da me, Feltri rovescia il discorso: attacca me perché non saprei liberarmi del gruppo dirigente del partito. Il risultato è lo stesso: la disgregazione del Pdl». «Continuo invece ad avere fiducia in un gruppo dirigente con il quale ho combattuto cento battaglie - ha continuato il Cavaliere - affrontando vittorie e sconfitte come sempre nella politica e nella vita. Distruggendo non si costruisce nulla. È rafforzando il nostro movimento che si può invece cambiare, innovare, aggregare forze giovani e nuove». È l'ennesimo richiamo all'unità dopo quelli ascoltati nei giorni scorsi. Tanti, troppi per non far capire che un problema di compattezza c'è. Il partito è diviso tra fedeli al Cavaliere, moderati, filo-montezemoliani, ex-An, giovani. Persino a livello locale non c'è pace. Nel Lazio si continua a invocare un congresso che manca da troppo tempo: «Dopo una gestione accentrata del partito la base vuole scegliere nuovi referenti», ha tuonato il consigliere regionale Battistoni. La principale questione sul tavolo resta il sostegno al governo Monti, messo in discussione da Gasparri e Cicchitto. C'è chi invece non ha gradito le ultime uscite di Berlusconi, specie quella «grillina» sull'euro. A lavare i panni sporchi in pubblico ci ha pensato il Giorgio Stracquadanio che, in un'intervista al Corriere, non ha risparmiato nessuno: dagli ex-An «che vogliono prendersi il partito» ad Alemanno che «pensa più alla politica nazionale che a fare il sindaco, infatti Roma fa schifo», dalla Santanché «che insegue Grillo» a Verdini che «sta ben attento che altri non prendano il suo posto». Parole che anticipano l'uscita dal partito, nella settimana in cui il deuptato parteciperà alla nascita dell'associazione «L'altra italia» di tendenza montezemoliana. Un'ultima stoccata, così, Stracquadanio la riserva a chi dovrebbe tenere unite le truppe. Un Berlusconi che «cerca di tirar fuori il coniglio dal cilindro ma non vi riesce più» e un Alfano che «prova a riorganizzare le truppe ma si è svegliato tardi». Il segretario è in difficoltà. Ieri ha ricevuto l'incoraggiamento dell'ex ministro Gianfranco Rotondi, secondo cui «il Pdl deve avere fiducia in se stesso e in Alfano, perché di fronte non ci sono avversari impossibili». Ma in pochi sembrano voler raccogliere l'invito.Car. Sol.

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