Gaetano Mineo L'ha usato (politicamente) per circa due anni, e a meno di due mesi dalle annunciate dimissioni, Raffaele Lombardo, scarica il Partito Democratico, e dà vita al suo quinto governo in quattro anni, intruppando uomini di Fli, ormai uni
Ilpartito di Bersani, tra l'altro, ancora ha la ferita aperta delle amministrative di Palermo dove ha incassato due colpi letali: la sconfitta alle primarie di Rita Borsellino e la batosta di Leoluca Orlando al concorrente candidato di Pierluigi, Fabrizio Ferrandelli. Ora il Pd è alla resa dei conti in vista della direzione regionale della prossima settimana dove sul tappeto c'è la sfiducia al governo Lombardo che, stando al nuovo scenario al Parlamento siciliano, qualora i Democratici dovessero veramente passare all'opposizione, sarebbe sostenuto da 22 deputati su 90. Alcuni big del partito, fino a ieri vicini al governatore, già sono sul piede di guerra. «Non c'è alcuna motivazione logica, politica o amministrativa nel comportamento e nelle scelte del presidente della Regione», affermano i parlamentari e esponenti della corrente «Innovazioni», Nino Papania e Francantonio Genovese. Poi la stoccata: «L'unica idea razionale sottesa a tali scelte (V° governo) di Lombardo, che sono dettate sicuramente dalla difficoltà ad immaginare un futuro per il suo partito, sembra essere quella di lanciare una sfida, forse l'ultima, a tutte le altre formazioni politiche». La preoccupazione dei Democratici è che «Lombardo abbia dato vita a un governo per fini elettoralistici, ma faremo tutto per ostacolarlo». In Sicilia, la campagna elettorale è cominciata.