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Pensiero debole senza Stato forte

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La parata militare del 2 giugno non doveva essere né cancellata né dimezzata. I simboli di una nazione sono cosa ben più seria delle urla idrofobe dei demagoghi o della tentazione ipocrita del pensiero politicamente corretto. Le Frecce tricolori dovevano volare. I corazzieri sfilare a cavallo. E tutti i soldati marciare. Lo Stato non può rinunciare ai propri simboli. Se lo fa, le istituzioni vacillano. Mi dispiace, ma l'esito della Festa della Repubblica è un disastro. Avevamo lanciato l'allarme. Nessuno l'ha colto. Tutti colpevoli. Non esistono celebrazioni “sobrie” (cancellate questa parola dal vocabolario politico), ma date della storia da ricordare con uno Stato forte che sconfigge il pensiero debole. Mai dare l'impressione di essere in ritirata strategica. Farsi convincere dalle spinte demagogiche è un'ingenuità, perché i venditori di pozioni magiche e unguenti miracolosi non sono mai contenti. Mettono il loro carrettino colorato nelle piazze. E urlano. I ciarlatani diranno sempre che i loro intrugli e impiastri sono migliori. Anche se sono veleno. E invece l'Italia ha bisogno di affermare che lo Stato non chiude. Mai. E non taglia o depotenzia i simboli che lo rendono tale. Lo Stato è diritto e forza. Altrimenti non è niente. Il risultato devastante per le istituzioni è che le polemiche infuriano e Napolitano si ritrova sotto attacco. È un triste spettacolo. Le conseguenze sono surreali: 1. ci sono quelli che parlano di “spreco di soldi” nonostante i tagli (Italia dei Valori): 2. quelli che hanno disertato la cerimonia (Alemanno ed altri): 3. quelli che sono “perplessi” (Zingaretti) ma si autoassolvono con la formuletta della "sobrietà". Che tristezza infinita. Nessuno che abbia il coraggio di dire che i simboli si proteggono, si valorizzano, si mostrano con fierezza. Non si radono al suolo ascoltando pifferai magici o grilli parlanti. Gli statisti riaffermano i valori della nazione, contro ogni vento e tempesta, mentre i demagoghi speculano sulla crisi e il lutto senza avere memoria storica e pudore. È l'antico mestiere delle armi che ci ha consentito di diventare una democrazia. Sono i soldati a versare il sangue per la nostra libertà. Ieri e oggi. Penso ai nostri militari in missione all'estero. Difendono la bandiera dai colpi di mortaio, mentre in Patria c'è chi la sta nascondendo o bruciando.

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