Il Papa ai politici: Tutelate la famiglia
Unagiornata iniziata con la celebrazione dell'Ora Media in Duomo e proseguita con l'abbraccio dei giovani cresimandi nello stadio S. Siro. Nel pomeriggio, presso l'arcivescovado, l'incontro con le autorità. Proprio quest'ultimo ha assunto una valenza politica di grande spessore per i contenuti del discorso del Pontefice. Giustizia e amore per la libertà; difesa della vita e della famiglia fondata sul matrimonio; libertà di educazione. Sono stati i cardini intorno a cui il Papa ha fatto ruotare le sue parole. «Uno dei principali elementi della laicità dello Stato - ha detto Benedetto XVI - è assicurare la libertà affinché tutti possano proporre la loro visione della vita comune, sempre, però, nel rispetto dell'altro e nel contesto delle leggi che mirano al bene di tutti». Ma le leggi dello Stato devono «trovare giustificazione e forza nella legge naturale, che è fondamento di un ordine adeguato alla dignità della persona umana». Di conseguenza, lo Stato «è a servizio e a tutela della persona», «a cominciare dal diritto alla vita», che mai può essere «deliberatamente soppressa», né al suo albore con l'aborto né al suo termine con l'eutanasia. Quindi «a servizio della famiglia», la cui «identità» è quella «fondata sul matrimonio e aperta alla vita», e della «libertà di educazione». In mattinata Benedetto XVI aveva pregato nel Duomo con il clero e i religiosi. Durante la sua meditazione davanti a circa 7000 religiosi, il Papa ha riaffermato il valore del celibato sacerdotale e del voto di castità di religiosi e suore. «L'amore per Gesù - ha detto - vale per tutti i cristiani, ma acquista un significato singolare per il sacerdote celibe e per chi ha risposto alla vocazione alla vita consacrata: solo e sempre in Cristo si trova la sorgente e il modello per ripetere quotidianamente il "sì" alla volontà di Dio. L'amore per Gesù è l'anima e la ragione del ministero sacerdotale». Al termine è sceso a benedire un gruppo di anziani, disabili e malati, con un piccolo fuori programma che ha avvicinato ancora di più la città al Pontefice. Mentre teneva le mani di una signora anziana, ha visto che dal grembo le cadevano i fogli che aveva usato per seguire il rito. Così si è chinato per raccoglierli, bloccato però dal cardinale Scola che lo ha abbracciato per sostenerlo. Poi il Papa si è recato nello «Scurolo» per pregare davanti alle reliquie di S. Carlo, scendendo e risalendo senza difficoltà i ripidi scalini, a dimostrazione del suo buono stato di salute. Dal Duomo Benedetto XVI ha raggiunto lo stadio con un ritardo di circa 40 minuti a causa della folla che lo ha acclamato lungo il percorso. Al suo arrivo a S. Siro dagli spalti dove erano assiepati i cresimandi con i loro familiari, padrini e madrine (circa 80.000 persone) si è levato un boato che ha accolto il Pontefice, accompagnato dal segretario di Stato Bertone e dall'arcivescovo di Milano. Molto colorata la coreografia, realizzata con pettorine, foulard e cartoncini sulle tribune e da un migliaio di figuranti sul campo. Su alcuni striscioni la scritta «Prendi il largo con Pietro», che ha dato il titolo all'incontro. «Padre Santo, questi giovani convenuti così numerosi dalla nostra vasta arcidiocesi, sono molto attaccati al Papa - è stato il caloroso saluto del cardinale Scola, amico di vecchia data di Ratzinger - La fede dei loro padri - ha sottolineato il porporato - li ha già condotti a percepire che Benedetto XVI è il Pontefice, cioè colui che permette loro di attraversare la strada della vita riferiti al Padre di Gesù e al Padre nostro. Per questo le vogliono un gran bene. Vorremmo che il loro entusiasmo contagioso fosse per lei sorriso, riposo e gioia». Un benvenuto affettuoso dopo i dispiaceri dei giorni scorsi. «Per noi è bellissimo accoglierti in questo stadio dove giocano i nostri campioni, ma noi oggi vogliamo dirti che sei tu il nostro campione e l'allenatore della squadra più grande che è la Chiesa» ha detto nel suo saluto un ragazzo di Milano, Giovanni Castiglioni. E il Papa ha rivolto ai giovani parole di sprone e incoraggiamento: «Cari ragazzi, vi dico con forza: tendete ad alti ideali, siate santi! La santità è la via normale del cristiano: non è riservata a pochi eletti, ma aperta a tutti. Ma è possibile essere santi alla vostra età? Vi rispondo: certamente. Lo dice anche sant'Ambrogio, grande Santo della vostra Città. Non credete a chi vi dice che che alla vostra età non si possa già avere la vocazione» ha detto il Papa parlando a braccio e ricordando la sua vocazione da ragazzo. Benedetto XVI ha poi tenuto una catechesi sullo Spirito Santo e ha concluso con un invito: «In famiglia, siate obbedienti ai genitori. Non siate pigri ma impegnati, in particolare nello studio: è il vostro dovere quotidiano e una grande opportunità che avete per crescere. Siate disponibili e generosi verso gli altri, vincendo la tentazione di mettere al centro voi stessi, perché l'egoismo è nemico della gioia». Allo stadio anche il capitano dell'Inter, Zanetti, con la moglie e i tre figli (l'ultimo, Tomas, nato il 9 maggio) e l'ex capitano del Milan Franco Baresi. Entrambi hanno donato al Papa una maglia delle rispettive squadre con la scritta Benedetto e il numero 16.