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Da Saddam a Gheddafi Ma c'è chi si è salvato

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Maa volte, come per il tunisino Ben Ali, i dittatori hanno imboccato in tempo la via dell'esilio. Destò certamente scalpore la condanna a morte inflitta nel dicembre del 2006 a Saddam Hussein. E, il video della sua impiccagione, con il rais che attende, a volto scoperto, l'aprirsi della botola sotto i suoi piedi, infiammò l'opinione pubblica ancora divisa sulla giusta sorte da riservare al dittatore. Mentre, 17 anni prima, un'altra celebre esecuzione veniva in buona parte filmata e trasmessa sulle tv di tutto il mondo: quella di Nicolae Ceausescu, deposto nel 1989 e caduto, assieme alla moglie, sotto i 100 colpi di un plotone rumeno. Come per l'Iraq, anche per l'epilogo del panamense Manuel Antonio Noriega fu decisivo l'intervento degli Usa che, nel 1989, invasero lo Stato centroamericano certificando così la fine dell'appoggio per anni riservato al loro fedele dittatore. Sempre in America Latina, è attualmente detenuto in un carcere di massima sicurezza Alberto Fujimori, che dal 1990 al 2000 governò il Perù macchiandosi di diversi abusi e cancellando ogni forma di democrazia. Dopo una fuga in Giappone (Paese originario dei suoi genitori), fu catturato nel 2005 a Santiago del Cile e condannato a 25 anni nel 2009. Mentre poco più a Sud, Augusto Pinochet, dal 1974 al 1990 a capo del Cile post-Allende, riuscì a evitare un processo vero e proprio fino alla morte, nel dicembre del 2006. In Africa, provvidenziale fu invece la fuga in Zimbabwe per Mènghistu Hailè Mariàm, detto il Negus Rosso, feroce dittatore dell'Etiopia dal 1974 al 1991, condannato a morte in contumacia nel 2008. Mentre nella Repubblica Centrafricana, Jean-Bedel Bokassa, moriva, da libero, nella sua villa di Bangui nel 1996 dopo aver usufruito di una contestata amnistia: dal 1966 al 1976 aveva infatti governato nel sangue il suo Paese, torturando i suoi oppositori e - pare - macchiandosi perfino di cannibalismo. È destinato invece a morire in cella Charles Taylor, padre-padrone della Liberia dal 1997 al 2003 e protagonista della guerra civile che negli stessi anni sconvolse la vicina Sierra Leone. Il 30 maggio, una Corte internazionale speciale lo ha condannato all'Aja a 50 anni di carcere per crimini di guerra e contro l'umanità. E, sempre nella città olandese, davanti alla Corte penale internazionale per l'ex Jugoslavia, giunse nel 2001 Slobodan Milosevic. Ma il processo fu interrotto 5 anni dopo a causa della morte dell'ex presidente jugoslavo.

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