Santanché: «Non paghiamo la prima rata dell'Imu»
Affiancatada una commercialista e da un avvocato fiscalista. Sul tavolo una lettera inviata al premier Monti. Oggetto: Sospendiamo il pagamento della prima rata dell'Imu. «Dannosa, iniqua e ingiusta. Depressiva e di dubbia costituzionalità», la definisce la Santanché invitando lo stesso premier a ripensarci e a sospendere il pagamento della prima rata del «balzello» sulla prima casa. «La legge ci consente di pagare fra un anno la prima rata dell'Imu, usufruendo del cosiddetto "ravvedimento operoso", con una sanzione del 3.75% e gli interessi legali. Se per esempio la prima rata è di 50 euro, fra un anno ne pagheremo 53.13. Sospendiamo dunque il pagamento, nella speranza e nella convinzione che sia il governo, stavolta, a ravvedersi, cancellando per sempre la tassa». L'Imu - si legge sempre nella lettera - è «una tassa che viola la Costituzione, perché il governo si è riservato la possibilità di rivedere le aliquote base a proprio arbitrio, contravvenendo così al pilastro su cui si regge lo Stato liberale di diritto: la certezza delle norme». Demagogia? O, peggio, invito alla disobbedienza civile all'evasione fiscale? «Ma figuriamoci, si tratta di legittima difesa», ribatte la pasionaria del Pdl. E la battaglia contro le tasse è un «un problema di principi e degli italiani». Ma Berlusconi è stato informato? «Ne leggerà sulle agenzie di stampa», risponde. E Alfano (che ieri alla riunione dei gruppi parlamentari del Pdl ha proposto l'Imu una tantum e, in subordine, la sua abolizione per la prima casa)? «Anche il migliore da solo non vince, vince la squadra», taglia corto l'ex sottosegretario. Di certo la versione quasi «grillina» di Silvio da una parte, e della Santanché dall'altra, conferma la sensazione che la cerchia berlusconiania del Pdl voglia cavalcare il nuovo vento civico. Magari con una rete di liste movimentiste, tanto che la stessa Santanchè ha sottolineato che «le liste civiche non sono un tabù» e annunciato una nuova iniziativa «per dare risposte al Nord» sempre sul fronte fiscale. Perché «serve il coraggio delle azioni». Proprio mentre Alfano invitava i parlamentari riuniti a Roma a «lavorare sui contenuti».