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Rissa poco Democratica: Tidei non molla il posto ad Adinolfi

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Èil caso di Giuseppe Vattinno, pronto a subentare al neosindaco di Palermo Leoluca Orlando (Idv), e di Mario Adinolfi, blogger ed outsider del Pd, che ha ingaggiato l'ennesima personale battaglia con il segretario («deciderà il gruppo parlamentare», liquida il caso Pier Luigi Bersani) ed il partito, a dire di Adinolfi lento nel pretendere l'automatismo delle dimissioni del deputato Pd e neo sindaco di Civitavecchia Pietro Tidei. La Giunta per le elezioni della Camera già da mercoledì ha avviato le procedure sull'incompatibilità. Dopo la decisione finale, il presidente della Camera Gianfranco Fini intimerà ai titolari di doppio incarico di «optare», entro 30 giorni. Leoluca Orlando fa sapere di aver già comunicato, tramite raccomandata con ricevuta di ritorno di due giorni fa, che si dimetterà nei termini di legge. Ma Vattinno (ex Idv ora approdato nelle file dell'Api) ha fretta: «Le dimissioni che Orlando avrebbe inviato alla Camera non sono valide perchè le demanda ad un suo eventuale giuramento da sindaco che potrebbe ritardare alle calende greche». Veleni e sospetti anche nel caso Adinolfi. «Sono rimasto incredulo leggendo che a una domanda sulle dimissioni di Tidei, Bersani ha risposto che decide il gruppo. No. Ha deciso la Consulta. Decide la legge, che si rispetta sempre e se la si calpesta pur di fermare un 'rompiscatolè, si compie un crimine politico», attacca Adinolfi, ex sfidante del segretario alle primarie. «Bersani conosce bene la legge - rincara la dose - Conosce anche statuto e codice etico del Pd, che vietano i doppi incarichi. O lo statuto viene chiamato in causa solo per evitare le primarie sulla premiership nel PD chieste dal mio amico Renzi?».

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