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Non si è ancora placata la paura del terremoto in Emilia di domenica 20 maggio che ieri alle 9 la terra ha tremato ancora in tutta la pianura padana da Milano a Venezia, da Padova a Bologna a Rimini, da Modena a Firenze.

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LEVITTIME È di almeno 16 morti, un disperso, duecento feriti e migliaia di sfollati il bilancio del terremoto che ha devastato ieri l'Emilia nel Modenese. L'EPICENTRO I comuni prossimi all'epicentro sono Medolla, Mirandola e Cavezzo. All'origine delle scosse potrebbe essere la rottura di una nuova faglia. Il triste conto è stato fatto dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Antonio Catricalà in un'informativa al Senato. Gli sfollati sono ottomila, che si aggiungono ai seimila della scossa del 20 maggio. Un conto però del tutto provvisorio, visto che si continua a scavare tra case a capannoni crollati. Il governo vuol dichiarare per il prossimo 4 giugno la giornata di lutto nazionale. LE NUOVE SCOSSE Ieri ci sono state numerose scosse concentrate nel Modenese, con uno spostamento un po' più ad ovest dell'epicentro rispetto alla scossa di domenica. Sette scosse di magnitudo superiore a 4 e due uperiore a 5. Come dopo ogni forte terremoto, era attesa un'intensa attività sismica ma la magnitudo di ieri - ha spiegato Catricalà - appare più alta al punto da ipotizzare che si tratti di un nuovo evento piuttosto che di scosse di assestamento. Ora dalla regione più colpita (ma va detto che 1.300 sfollati sono nel Mantovano) arriva l'appello del suo presidente: «Aiutateci a gestire un momento che è effettivamente molto, ma molto difficile - ha detto Vasco Errani - Io e il presidente Monti non lasceremo da soli questi cittadini, lavoratori e imprese. Lo Stato farà fino in fondo la propria parte per la ricostruzione. Purtroppo non siamo in grado di alleviare il dolore, ma questa regione deve trovare nell'Italia la solidarietà che ha sempre dato con orgoglio e con umiltà all'Italia». PARROCO MORTO Stava inventariando le opere, i dipinti e le reliquie da portare via dalla chiesa, don Ivan Martini, il parroco 65enne morto a Rovereto sul Secchia, frazione del Comune di Novi Modena, durante il sisma che ieri mattina alle 9 ha violentemente scosso l'Emilia. Il crollo, infatti, ha colpito il sacerdote. SOLIDARIETÀ Dalle 19 di ieri sera sarà attivo il numero 45500 per inviare messaggi o chiamare da telefonia fissa e donare 2 euro per l'emergenza. LA PAURA Tra la gente sconforto e tanta paura: a Concordia, dove c'è stata una delle vittime, i soccorritori stanno cercando un rifugio per la notte per i 9.000 abitanti del paese. Situazione analoga nella vicina San Possidonio, dove abitano 3.500 persone. Non tutte le abitazioni sono inagibili, ma in pochissimi vogliono tornare in casa. E colpisce che nel sisma di ieri, come in quello del 20 maggio, a pagare un prezzo altissimo in termini di vite umane sono stati gli operai impegnati al lavoro nei capannoni, venuti giù come costruzioni Lego. Si sta verificando «quelle che possono essere le cause dei crolli, per modulare comportamenti e dare indicazioni alla popolazione sulle cose che possono essere sicure e su quelle che invece possono essere meno sicure» ha rassicurato Franco Gabrielli, capo della Protezione Civile. Ci sono già due inchieste aperte a Modena e Ferrara (per i crolli nel Ferrarese ci sono anche oltre 15 indagati). Ma già all'indomani del sisma di 10 giorni fa, gli esperti avevano dato il loro parere: «Sicuramente qualcuno ha operato con leggerezza, facendo economia. Si è progettato in maniera non intelligente» era infatti stata l'opinione del presidente dell'associazione di Ingegneria sismica italiana. KO LE AZIENDE BIOMEDICHE Sono circa un centinaio le aziende del settore biomedicale, punto di forza della zona di Mirandola, colpite più o meno gravemente dal terremoto di ieri e nelle quali «prosegue l'attività di controllo e verifica dei danni. Ma il problema principale è legato alla fornitura di apparecchi e strumenti per la dialisi, campo nel quale le due imprese che operano in questo territorio detengono il 60% del mercato nazionale. Un rischio concreto di difficoltà di portare avanti questo tipo di terapia in tutta Italia. A tracciare il quadro è Stefano Rimondi, presidente di Assobiomedica. «Fino all'altra sera - spiega Rimondi - avevamo un piano d'azione che prevedeva la ripresa graduale ma serena delle attività nel giro di circa due mesi. Oggi è impossibile fare delle previsioni. La situazione è molto peggiorata e c'è bisogno di un nuovo programma d'intervento. Il rischio di interruzione delle forniture c'è, gli ospedali hanno scorte ma bisognerà creare un coordinamento regionale, una task force, prendendo in considerazione anche la possibilità di rifornirsi da aziende all'estero. Soprattutto per la dialisi: riguarda infatti pazienti cronici che hanno bisogno del trattamento tre volte a settimana, senza possibilità di interruzioni prive di conseguenze». I DANNI NELLECAMPAGNE Vecchi cascinali semidistrutti, edifici pericolanti e, nei giardini, persone riparate sotto tende o nei camper. Nei paesi della provincia modenese si aspetta la notte preparando giacigli di fortuna. In pochi sembrano intenzionati ad aspettare il mattino in casa. La campagna di paesi come Cavezzo, San Possidonio, San Prospero o Bastiglia dà l'impressione di essere deserta. IL SOSTEGNO DI ROMA CAPITALE Il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, ieri sera è partito alla volta di Modena dove porterà gli aiuti di Roma Capitale alle popolazioni colpite dal terremoto.

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