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Il codice per parlare dei soldi: "Porta la paprika e gli orologi"

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«Bisogna solo sparare». Dobbiamo portare la «paprika». «Ricordati i documenti». Oppure, «ce l'hai l'orologio?». Sono solo alcune delle parole criptate usate al telefono dai calciatori coinvolti nell'inchiesta di Cremona sul calcioscommesse e l'organizzazione straniera che avrebbe gestito il giro di denaro truccando le partite di calcio. Frasi che sono contenute nell'ordinanza di custodia cautelare in carcere di 488 pagine emessa dal gip Guido Salvini su richiesta della procura che da tempo sta portando avanti indagini per stroncare il sistema corruttivo nel mondo sportivo. In base al provvedimento restrittivo, ci sarebbe stata una «certa solidarietà tra gli altleti e i dirigenti sportivi (e quindi le stesse società) nel pianificare, spesso senza soluzione di continuità, le combine di incontri dei maggiori campionati di calcio professionistici». Ma c'è stato anche chi, di fronte a soldi contanti, ha deciso di rifiutare di intascarsi il denaro «sporco», chi ha preferito collaborare con gli inquirenti e raccontare come funzionava il presunto sistema di guadagni facili per calciatori che comunque, anche con i loro stipendi, si mettono in tasca ogni anno cifre a sei zeri. Il gip non esita a paragonare questo sistema con ciò che accade nel mondo politico. «Talmente attesa è l'attenzione, l'entusiasmo e la fiducia nelle competizioni calcistiche, nella dimensione quindi nella socialità, e talmente elevati sono gli interessi economici che vi ruotano intorno, nella dimensione quindi di un segmento importante dell'economia», che tale fenomeno viene paragonato a quello della corruzione. Non solo. Il giudice spiega anche quali danni provoca un comportamente illegale del genere: «Danneggia, con l'arricchimento sleale che esso comporta, un enorme numero di soggetti - scrive il giudice per le indagini preliminari - non solo lo Stato e le società calcistiche, ma milioni di tifosi che si sentono colpiti da sentimenti di delusione e inganno». E in questa indagine è anche emerso il sentimento dell'omertà dei calciatori nei confronti dei dirigenti delle società. «L'atteggiamento prevalente è quello dell'omertà in merito al fenomeno massiccio delle manipolazioni delle partite, forse anche con riferimento alle responsabilità di alcuni dirigenti e tecnici che difficilmente potevano non essere al corrente della maggior parte delle situazioni illegali che stavano maturando attorno alle partite». La procura, nel corso delle numerose intercettazioni, degli appostamenti e dei pedinamenti, ha accertato che alcuni dei calciatori arrestati e indagati utilizzavano tessere sim card del cellulare intetaste ad altre persone, spesso donne, proprio perché, secondo il gip, sapevano di commettere un reato o avevano il timore di essere già sotto la lente d'ingrandimento della magistratura. Gli investigatori dello Sco, inoltre, hanno seguito alcuni personaggi anche utilizzando i sistemi di videosorveglianza degli aeroporti e degli alberghi dove alloggiavano. Un cittadino di Singapore, ad esempio, è stato tenuto sotto controllo dal suo atterraggio a Malpensa, alle 5,45 del mattino, fino alla sua partenza, sempre per Singapore, avvenuta alle 12,15 dello stesso giorno. Con lui aveva un trolley che allo scalo di Singapore pesava 9 chili, alla sua partenza, invece, un chilo di meno dopo aver incontrato alcune persone in un albergo. Per chi indaga la differenza di peso e la rapida ripartenza potrebbe coincidere con il passaggio di denaro per le partite truccate. Nelle carte degli inquirenti, anche alcune discussioni tra il clan di stranieri e il calciatore Carlo Gervasoni, al quale viene rimproverato il suo comportamento in campo poiché avrebbe impedito un gol difendendo la porta. «Pensavo che il pallone entrassse», la sua risposta.

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