Il Vaticano smentisce le divisioni Ma la spaccatura tra i cardinali c'è
i.Ma le divisioni sono forti e secondo quanto risulta a Il Tempo i due partiti in cui sono schierati i cardinali sono pronti ad andare fino in fondo. Intanto fuori Gotti Tedeschi dallo Ior, la banca vaticana, si apre la partita per la sua successione. La diplomazia sotterranea è già al lavoro. Ma la scelta, prima del nome, parte dalla provenienza del candidato. A chi punta, infatti, su un uomo esterno si contrappone chi vede in una scelta interna la migliore soluzione per riportare velocemente serenità in Vaticano. Nel primo caso uno dei nomi circolati è il sempreverde Cesare Geronzi, banchiere della prima ora della cosiddetta finanza cattolica. Fu lui a capitanare la fusione del Banco di Roma con la Cassa di Risparmio di Roma e il Banco di Santo Spirito e a creare il primo nucleo della finanza cattolica privata. L'unico freno per l'attuale presidente della Fondazione delle Generali potrebbe arrivare dalle condanne in primo grado, dunque non definitive, per il caso Ciappazzi. Accanto a lui circola il nome di Hans Tietmeyer, Governatore della Bundesbank tra il 1993 e il 1998, anni cruciali per la costruzione dell'euro modellato a immagine del marco proprio su indirizzo del tedesco. Gioca a suo favore la profonda conoscenza dei meccanismi finanziari internazionali, gli studi di Teologia intrapresi in gioventù e la stessa nazionalità del Pontefice. A suo sfavore l'età. Tietmeyer ha 81 anni. Fin qui gli esterni. Ma mai come questa volta, confida a Il Tempo una fonte, nelle stanze ovattate della Città Leonina si ragiona su un cambio di indirizzo nei criteri per la presidenza dello Ior. Dunque non più un esterno ma una personalità scelta tra quelle che già gravitano attorno alla banca vaticana e dunque avvezzi alle problematiche. La lista nella quale pescare il successore di Gotti Tedeschi è il Consiglio di Sovrintendenza, l'organo di gestione dello Ior, composto da cinque laici. Il primo è il vice presidente Ronaldo Hermann Schmitz, 74 anni anni il prossimo 30 ottobre, tedesco nato a Porto Alegre (Brasile) ed ex ad della Deutsche Bank che, già da giovedì scorso ha preso in mano le redini dello Ior. La sua conferma nel più alto ruolo gerarchico libererebbe la sedia del numero due. Una scelta più semplice e con meno riflessi mediatici. A contendergli la carica potrebbero essere altri due membri del board: Carl Anderson e Antonio Maria Marocco. Il primo, americano, gode di forti consensi Oltreoceano. È infatti presidente dei Cavalieri di Colombo, una grande organizzazioni Usa di assistenza con oltre 1,8 milioni di membri. In pista anche il vicino di sedia: Antonio Maria Marocco. Avvocato e notaio torinese. Nonché membro del consiglio di amministrazione di Unicredit. Non mancano i rumors sugli outsider. Tra i quali spicca Paolo Mennini, che già monitora il portafoglio dell'Apsa, il braccio che gestisce i beni della Santa Sede.