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«Gabriele? Un tipo tranquillo e soprattutto una persona seria»

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Ieri,nella Capitale, il rione Borgo, stretto attorno ai Palazzi vaticani, si è trincerato nel silenzio. Qui, dove «Paoletto», l'aiutante del Papa coinvolto nel Vatileaks, risiede con la moglie e i suoi tre figli, e dove già da ieri l'altro si è appresa la notizia del suo arresto, residenti, commercianti e lavoratori hanno scelto di non immischiarsi. Nemmeno una chiacchiera nei bar della zona ieri mattina presto, com'è nello stile romano. «Meglio farsi gli affari nostri di questi tempi. Non parlo di nessuno» sibila un signore sulla sessantina che fermiamo all'uscita di un palazzo di Via di Porta Angelica. Stesso film entrando in un negozio di souvenir sulla via: «Non mi interessa parlare di nulla», ci liquida il proprietario alla cassa. «Non so niente. Non rispondo. Qui mai visto nessuno» dice lapidaria la proprietaria del bar in Via della Città Leonina. Nemmeno al bar di Via delle Grazie, dove si è soliti incontrare noti esponenti e funzionari del Vaticano, ci si sbilancia: «Preferisco non rispondere» il commento del proprietario. L'edicolante all'angolo è più gentile: «Gabriele non lo conosco. Sto qui da anni, forse sarà pure passato ad acquistare i quotidiani. Ho saputo la notizia dal tg». Nei palazzi su Via di Porta Angelica, in un pullulare di abitazioni private di nomi che contano e sedi di ambasciate, serpeggia un riserbo impenetrabile. Eppure Paolo Gabriele, da anni a servizio del Vaticano, da tempo vive nello storico quartiere. Prima di prendere residenza in Via di Porta Angelica, all'interno di uno degli appartamenti vaticani, abitava al civico 6 di Borgo Angelico. L'elenco telefonico riporta ancora il numero intestato a lui. Al citofono dello storico palazzo, dove fra i condomini si contano parecchi monsignori, non c'è la targhetta con il suo cognome e la portiera si rifiuta di parlare. Impassibile e con un sorriso ironico ci dice: «no, non può chiedermi niente». Al negozio di articoli religiosi accanto su di lui non si fanno sfuggire una parola. All'American Bar di fronte, il proprietario è reticente. Poi si lascia scappare a bocconi: «Prima Gabriele viveva qui davanti, adesso non più. Da me non è mai venuto». Gli fa eco il portiere del palazzo al civico 31 di Via di Porta Angelica, con cui siamo più fortunati. «Paolo Gabriele? Certo che ho saputo. Da mò che non abita più a Borgo Angelico - dice con accento romano - Ora sta in un appartamento dentro il Vaticano. Lo conosco. Ogni tanto lo vedevo passare: un tipo tranquillo e, soprattutto, una persona seria. Mi ha sempre dato questa impressione» racconta, tenendo a bada un pitbull. Concorda con lui Carlo, proprietario del ristorante Borgo Nuovo: «Sì, lo conosco di vista. Una persona mite, ma qui da me non ha mai pranzato, perché credo avesse parecchio da fare durante il giorno e noi la sera chiudiamo presto». Un signore, che incontriamo nello stabile dove il maggiordomo di Benedetto XV risiedeva prima, accenna solo alla sua «riservatezza e gentilezza». In un altro palazzo di Via di Porta Angelica, il portiere è da poco a servizio: «Non lo conosco. Comunque non rilascio dichiarazioni» tiene a precisare, spolverando la guardiola con in alto un'immagine del Papa. Sul corvo a Roma trapela poco.

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