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Il Vaticano non è la Chiesa

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Cardini: «Non confondere il cristianesimo con loStato» Melloni: «Trame e intrighi in vista del prossimo conclave»

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Lostorico Franco Cardini mette l'accento sulla confusione che spesso si fa fra queste due realtà e invita a «non gridare al cristianesimo offeso e tradito anche perché non è in causa il cristianesimo» in questo momento di turbolenza per il Vaticano. Che ha visto la sfiducia nei confronti del presidente dello Ior, Ettore Gotti Tedeschi, e oggi al fermo del presunto «corvo» Paolo Gabriele, aiutante di camerà della famiglia pontificia, accusato di essere in possesso di documenti riservati. «Se ne sa ancora poco, è presto per fare illazioni. Ma, certamente, noi dimentichiamo che il Vaticano è uno Stato, ha un apparato istituzionale, è anche una grande potenza economico-finanziaria e da tutto questo conseguono una quantità di elementi che complicano un quadro che noi, un po' distrattamente, ameremmo essere un quadro religioso», dice Cardini. Lo storico insiste poi sul fatto che «confondiamo lo Stato Città del Vaticano con la Chiesa e con la confessione cattolica della fede cristiana. È un errore dal quale dovremmo guardarci e lo facciamo un pò tutti». Per Cardini «non è particolarmente strano quello che è accaduto a Gotti Tedeschi. È una disavventura professionale che può succedere a qualunque esperto di finanza investito di una responsabilità così delicata come quella dello Ior, chiacchierato da tempo. Il nome di Marcinkus è diventato qualcosa di impronunciabile, come Dracula e il vampiro». «Gotti Tedeschi lo riterrà uno smacco alla sua carriera professionale ma - continua lo storico - siamo tutti esposti a queste cose. In tempi si recessione economico-finanziaria è normale che succedano. Lo Stato Città del Vaticano non è lo Stato Europeo, ma risente della crisi attuale». Lo Stato Città del Vaticano, ricorda Cardini, «è una realtà nata nel '29 per risolvere un grosso problema che riguardava lo Stato Italiano: quello del contenzioso dei beni sequestrati e della libertà delle coscienze» ed «è chiaro che esistono i segreti di Stato. Facciamo l'errore di attribuire al Vaticano una superiorità morale e spirituale che non è nell'ordine delle cose storiche». «Nel Papato del '900 una vicenda del genere non si era mai vista, nelle persone vicine al Papa una tale disponibilità a tradirlo». È quanto afferma lo storico della Chiesa, Alberto Melloni, gli ultimi sviluppi del «Vatileaks», il caso delle fughe di documenti riservati ad opera dei cosiddetti «corvi». «Questa disponibilità - osserva Melloni - è molto singolare e molto preoccupante perché qui non c'è tanto la fuga in sè di notizie, peraltro relative a fatti in tutto o in parte già noti. L'unica vera notizia di queste notizie - spiega - è che possono uscire dall'appartamento i fax personali del Papa. Ciò crea nei vescovi e in chi deve avere relazioni con il Papa un'ombra gigantesca, scassa in maniera drammatica il meccanismo di comunicazione del Papa con i vescovi». «Non a caso - aggiunge lo storico - la prima cosa che la Santa Sede chiede come materia concordataria è la libera corrispondenza con i vescovi. Si è creato un danno gigantesco che tende a mettere in dubbio non tanto la persona del segretario di stato, che viene usato come una specie di finto bersaglio, ma che punta a colpire direttamente l'autorevolezza della Santa Sede nel suo insieme e del Papa come persona». Da queste vicende esce l'immagine del Papa e della sua capacità di governo esce indebolita? «Il problema - afferma Melloni - è piuttosto che la macchina di governo è debolissima e questo non credo che sia un problema che si può semplicemente risolvere imputandolo in maniera accusatoria al Papa. Qui c'è una questione a monte: dov'è nata questa idea che col pettegolezzo ci si può sbarazzare degli avversari e che così si fa il bene della Chiesa? Questa prassi - prosegue - non è nata con Ratzinger, dura da parecchio tempo. Nella Chiesa italiana, nell'era Ruini lo abbiamo visto tante volte. Ma come diceva Gesù «Chi prende la spada, nella spada perirà», questo gioco della denigrazione fatalmente è sfuggito di mano, tutti denigrano tutti e tutti pensano che sia un'azione lodevole raccattare qualche carta nei cestini dei fax per potersi poi vendicare di qualcosa o di qualcuno». Si aprono già le manovre per il Conclave? »È chiaro - osserva Melloni - che l'età avanzata del Papa da un lato e la regola per cui a 80 anni si esce dal Conclave dall'altro, creano una fascia di nervosismo fra i 70 e gli 80 anni tra i cardinali. Qui c'è un gioco a delegittimare da destra il pontificato: certo si può leggere tutto il pontificato di Ratzinger come una specie di concessione al lefebvrismo».

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